Ignazio Senatore intervista Angelo Cannavacciuolo

13 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
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Per gli amanti del gossip, Angelo Cannavacciuolo, napoletano doc, classe 1956, era il fidanzato di Marina Suma, per gli amanti della commedia italiana Anni Ottanta è ricordato per le interpretazioni in Sapore di Mare di Carlo Vanzina e nel suo sequel Sapore di mare 2. Un anno dopo, per i cinefili più incalliti il protagonista de Le Occasioni di Rosa e di Blues Metropolitano di Salvatore Piscicelli. Ne è passata di acqua sotto i ponti e, da allora, Cannavacciuolo, per nutrire sempre più la sua insaziabile avidità di narrare storie, ha abbandonato la carriera di attore ed è diventato uno scrittore affermato. Nel gennaio del 1999 hapubblicato con Baldini & Castoldi Guardiani delle Nuvole, romanzo finalista del Premio Viareggio per la narrativa 1999 e del Premio Giuseppe Berto, nel 2002 Il soffio delle fate (Baldini & Castoldi) e nel 2005 con Fazi Editore Acque Basse.

La tua vicenda ricorda un po’ quella di Giorgio Faletti, irresistibile attore comico del mitico “Drive In” degli Anni Ottanta ed oggi scrittore osannato da pubblico e critica.

La mia passione per la scrittura era già presente dentro di me quando recitavo nei film di Piscicelli. Già  allora sentivo di non essere un semplice attore ma un narratore al servizio di un altro narratore che era il regista. Da allora mi sono voluto confrontare con il bisogno di narrazione che era dentro di me ed affrontare i diversi codici di scrittura. “

Hai lavorato come sceneggiatore per la TV ed hai scritto dei testi teatrali?

“Dal 1985 al 1990 ho scritto e diretto alcune opere teatrali tra cui a Up and Down town, Il crollo della trave ed Il marito Ufficioso e poi per la RAI ho girato un documentario dal titolo “Eldorado”, che era una serie in cinque puntate sull’Australia.”

Nel 1993 passi dietro la macchina da presa con Malesh, il tuo primo lungometraggio.

“Partecipò al diversi Festival del cinema compreso quello del Cairo ed era un classico film di formazione che narrava di un gruppo di amici trentenni che si incontravano e raccontavano le proprie esperienze. Era molto dialogato e si basava su un mio script. A comporre il cast con  Ida Di Benedetto, Marina Suma ed Emilio Bonucci tantissimi attori napoletani; Patrizio Rispo, Angelo Di Gennaro, Gaetano Amato, Gigi Savoia.”

Da Guardiani delle Nuvole, il tuo primo romanzo è stato tratto un film con un cast stellare che in pochi abbiamo  visto.

Gli attori erano Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Anna Galiena, Franco Nero, Leo Gullotta e la  colonna sonora di Ennio Morricone. E’ stato uno dei tanti scandali italiani. I produttori ebbero dieci miliardi delle vecchie lire. Poi il governo Berlusconi tagliò il Fondo dello Spettacolo e bloccò la distribuzione di tutte le pellicole che erano state prodotte. I distributori non sborsarono di tasca loro una lira ed il mio film, come tanti altri, non fu proiettato in nessuna sala. Io riuscì a fare una proiezione al cinema Filangieri a Napoli ma senza un borderò non fu possibile immetterlo né nel mercato home-video, né nei circuiti delle Pay-TV. I produttori sperano ancora di farlo uscire nelle sale ma io non sono così ottimista.

Come mai hai non lo hai diretto tu ma ti sei affidato alle mani esperte di Luciano Odorisio?

“Mi incuriosiva scoprire come un altro avrebbe potuto prolungare con uno sguardo diverso quello che avevo espresso nel romanzo.”

Adesso stai scrivendo una fiction. Utilizzi una scrittura diversa per il cinema e per la televisione?

“In TV devi arrivare a tutti e dei utilizzare dei codici molto semplici e lo devi accompagnare per mano. Nell’ambiente si dice che bastano i primi dieci minuti per catturarlo e poi, come rapito, lui seguirà tutte le puntate. Lo spettatore cinematografico è abituato, invece, a delle pennellate di immagini ed essendo dotato di una maggiore capacità d’introspezione ama scoprire quale sarà il passo successivo dell’autore.

Mi stai dicendo che nel cinema lo spettatore partecipa con il regista alla co-costruzione della storia?

“E’ esattamente così ma è già una cosa diversa dal lettore di un romanzo. Al cinema il regista ti fa vedere una scena, il lettore del romanzo è più partecipe rispetto allo spettatore cinematografico perché mentre legge una storia deve immaginare di che colore è il cielo, come è fatta la collina, qual è il colore delle scarpe del protagonista.”

Stai scrivendo un nuovo romanzo ma sarai impegnato l’anno prossimo in un progetto molto prestigioso

“In Germania potrò mettere in scena Oratorio di Speranza, un mio testo con musiche di Filippo Zigante che tratta il dramma Israelo- Palestinese che sarà rappresentato nei maggiori lirici tedeschi. “

Articolo pubblicato su “Il Napoli – Epolis”- 01 -6 -2007

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