Ignazio Senatore intervista Aurelio Grimaldi

13 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
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Sarà Aurelio Grimaldi l’ospite d’onore de “L’invenzione della ruota”, tre giorni di cinema e di dibattiti sulle tematiche della dipendenza, dell’alcol e della droga, ideato da Mauro Manganiello e dal Forum della gioventù che si terrà ad Ariano Irpino il 18, 25 maggio e 1 giugno presso il Nomad Music Club.

Grimaldi deve il suo successo a Mery per sempre, romanzo autobiografico, pubblicato da una piccola casa editrice palermitana ispirato alle sue esperienze di insegnante nel carcere minorile di Malaspina di Palermo. Il volume attirò la curiosità di Michele Placido che lo contattò per farne un film che fu poi sceneggiato da Rulli e Petraglia e diretto da Marco Risi.

Da quel giorno Grimaldi, con il suo sguardo di stampo neorealista e post pasoliniano, ha dato voce a quel mondo popolato da ragazzi difficili ed emarginati e messo in scena le amare vicende di transessuali ed omosessuali. Ragazzi fuori, La donna lupo, Rosa Funzeca, Le buttane sono alcune delle pellicole che ha sceneggiato e diretto con alterne fortune.

 La tua ambientazione preferita è la Sicilia ed i suoi temi dominanti la lacerante lotta tra borghesia e sottoproletariato urbano ed una sessualità non adulta, venata da un pizzico di melanconia e disperazione.

“E’ vero le mie ossessioni sono sempre le stesse ed io pesco in una realtà che sento vera. Questi ragazzi non hanno nessuna via di scampo e la sessualità per loro è solo il tentativo fallito di trovare una ragione di vita o una modalità di riscatto. Alcuni critici mi definiscono un regista erotico ma la sessualità che mostro sullo schermo non è giocosa  e goliardica come quella di Tinto Brass ed anche se mostro qualche scena di sesso esplicito credo di filmarla nella maniera più antierotica possibile.

Nella sua carriera resta incomprensibile lo sfortunato Il macellaio, interpretato da un’impresentabile Alba Pairetti:

“Di quel film me ne assumo tutte le responsabilità. In realtà Alba doveva girare un film con Tinto Brass poi finirono per litigare prima che iniziassero le riprese. Lei sapeva che stavo per girare un film e si propose e, dopo alcune mie resistenze accettai. Per lei modificai il copione ed in luogo di una ventenne francese in crisi, inventai il personaggio di una quarantenne che ha una galleria d’arte, con una vita riuscita che perde la testa per un macellaio, per lo più bruttino e per niente affascinante. Solo allora  lei comprende di avere dentro di sé un buco nero spaventoso.

Hai girato Nerolio, un omaggio a Pasolini

“Con Pasolini mi lega una vicenda comune; anche lui era insegnante e poi scrittore, sceneggiatore e regista. In Nerolio volevo mostrare le stridenti contraddizioni di un poeta come Pasolini che faceva ascoltare ai suoi proletari la musica classica prima di far l’amore con loro.”

Sei un’intellettuale a tutto campo. Che ne pensi delle ultime controverse elezioni regionali?

“Sciascia diceva che la Sicilia è irredimibile. Nelle ultime elezioni i siciliani hanno scelto Cuffaro invece che la vedova di Paolo Borsellino. Poi hanno eletto Cammarota, un uomo di potere della Mediolanum e Scapagnini, il medico personale di Berlusconi. Come siciliano mi viene da rimpiangere gli Arabi ed i Normanni.”

Articolo pubblicato su “Il Napoli – Epolis”- 18 -5-2007

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