Bella e perduta di Pietro Marcello

13 Novembre 2015 | Di Ignazio Senatore
Bella e perduta di Pietro Marcello
Senatore giornalista
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Può il cinema rendere nuovamente vivi e pulsanti dei preziosi capolavori dell’architettura caduti nell’oblio e dimenticati nel tempo?  Nel 1962 Orson Welles ambientò  Il Processo, uno dei suoi ultimi capolavori, nella Gare d’Orsay, l’antica stazione di Parigi, ormai abbandonata, dandole nuova linfa. Parimente Pietro Marcello ha scelto, come location del suo film Bella e perduta, la Reggia di Carditello, residenza borbonica nel cuore della Terra dei Fuochi. Una storia paradigmatica, quella della Reggia di Carditello, edificata nel ‘700 quando regnava Carlo di Borbone, “fattoria modello”, un centro di eccellenza e di avanguardia della zootecnica, che si avvaleva di ricercatori e scienziati provenienti da tutta l’Europa. Un fiore all’occhiello del Regno dei Borbone che, all’avvento dei Savoia, cadde poi in disgrazia per la loro scelta infausta di darla in gestione ad un signorotto di Casal di Principe che ne decretò negli anni la rovina. Negli anni successivi la Reggia divenne un luogo di latitanza dei Casalesi e una “santa barbara” del traffico di armi.

Una scelta non casuale quella del regista, che ha eletto la reggia di Carditello come luogo simbolo della cattiva gestione delle risorse del Sud e del degrado di un territorio, un tempo fertile ed oggi salito agli onori della cronaca nazionale per i rifiuti tossici che la sommergono. Pietro Marcello si è avvalso in sede di sceneggiatura del prezioso contributo di Maurizio Braucci ed ha puntato su un cast variegato, tra cui spiccano Tommaso Cestrone, Sergio Vitolo (nel ruolo di Pulcinella) e Gesuino Pittalis. Prodotto da Avventurosa e Rai Cinema, distribuito dall’Istituto Luce, sarà in sala il 19 novembre.

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 13-11-2015

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