Il regista danese Metz Pedersen riporta alla cronaca la storica finale di Wimbledon del 6 luglio del 1980, tra Björn Borg (Sverrir Gudnason) e John McEnroe (Shia LaBeouf), e tratteggia, con poche pennellate, le antitetiche personalità di due campioni; da un lato lo svedese, flemmatico ed imperturbabile, soprannominato “the Iceman”, che sfinisce l’avversario con il suo gioco di rimessa e da fondo campo; dall’altro l’americano, impetuoso, irascibile, rissoso, interprete di un gioco più fantasioso ed offensivo, noto soprattutto per i suoi litigi con arbitri e pubblico.
Come il genere impone l’ultima parte del film è incentrata sulla storica finale dell’80, ma la rievocazione del match non è attraversata dalla giusta carica di elettricità. Non siamo, insomma dalle parti di “Rush” e la rivalità tra Borg ed il “monello” McEnroe non appassiona come quella tra Lauda ed Hunt. Gli attori Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf assomigliano però come due gocce d’acqua ai leggendari tennisti. Nel cast Stellan Skarsgård.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema – N 213- Settembre- Ottobre 2018
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