Che cosa vorresti e che cosa non vorresti dal cinema di domani?

11 Luglio 2016 | Di Ignazio Senatore
Che cosa vorresti e che cosa non vorresti dal cinema di domani?
Senatore giornalista
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Il cinema rispetto all’evoluzione degli altri linguaggi, è come un bambino che cammina ancora carponi. La pittura è partita dal Rinascimento per arrivare a Picasso, la letteratura è andata da Tolstoj a Perec, mentre il cinema ha visto tramandarsi il proprio linguaggio come avveniva tra le famiglie degli antichi affrescatori italiani.” Sulla scorta di queste illuminanti affermazioni di Greenaway non ci resta che prendere atto che il cinema è ancora un’arte acerba. “All’origine il cinema era un bambino, quindi non sapeva parlare. Più tardi ha cominciato a parlare e poi durante gli anni Settanta ha cominciato a riflettere” ci ricorda Bernardo Bertolucci e su questa scia immagino che il cinema del futuro modificherà, innanzitutto, i luoghi della sua fruizione. Le sale cinematografiche scompariranno ed i film, quelli che Peter Del Monte, gustosamente, definisce “da comodino” non avranno la durata standard, ma saranno degli short movie, per lo più autoprodotti da filmaker di diverse età, da vedere prima di andare a dormire o di corsa, tra uno snack e l’altro.

Pubblicato su Segno Cinema N. 200- Luglio- Agosto 2016

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