“Cinema mente e corpo” di I. Senatore – Zephyro Editore (2010) – Recensioni

26 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
“Cinema mente e corpo” di I. Senatore – Zephyro Editore (2010) – Recensioni
Recensioni e prefazioni dei volumi di Ignazio Senatore
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“Non nuovo ad intraprese del genere, schedare con occhio attento a specifici contenuti un gran numero di film in forma concisa (ma non sommaria) chiara e piacevole, Ignazio Senatore, psichiatra di professione e critico per passione, questa volta punto dritto ai temi che hanno a che fare con la psicopatologia nelle sue molteplici manifestazioni (racchiuse in ben 32 classi di disturbi più altre 12 legate alla rappresentazione della mente e del corpo) licenziando un corposo manuale adatto alla consultazione rapida, grazie all’indice dei titoli e a quello dei registi (con relativi film). E come non bastassero i film schedati (oltre 500 film) ogni capitolo è accompagnato da una filmografia consigliata ricchissima di titoli. Stralci di dialoghi significativi formano lo scheletro di molte schede.” (Mario Calderale -Segno Cinema  – Numero163 Maggio- Giugno 2010)

“Ignazio Senatore, psichiatra e cinefilo appassionato, pubblica un nuovo libro sul cinema come spia dell’inconscio collettivo, mezzo privilegiato per indagare le illusioni artificiali del quotidiano, la loro tangenza e incrocio con quelli “extra-consueto” cui gli uomini tendono quando cercano un significato metafisico  o para-religioso del mondo. “Cinema , Mente e Corpo”, racchiude le schede di 500 film, con temi cari sia alla psicopatologia sia a rappresentazione (e questa è una novità) della malattia del corpo; dal cancro all’Aids, dalla cecità al discusso tema dell’eutanasia. Senatore ha cominciato a pubblicare nel 1998 con “L’analista in celluloide”, una divertente panoramica degli stereotipi con i quali sono raffigurati sullo schermo  psichiatri e psicoanalisti. Seguirono  “Curare con il cinema” (2002), “Il cineforum del dottor Freud” (2004) e “Psycho cult” (2006). La cinefilia, come è noto, è un’ossessione e forse una malattia, cosicché il dottor Senatore, psicoterapeuta presso l’Università “Federico II”, si sdoppia in critico per la Rivista “Segno Cinema”, ha fondato una Sezione “Arte, musica, spettacolo e mass media” presso la Società Italiana di Psichiatria e tiene un fitto blog sul suo sito www.cinemaepsicoanalisi.com. Più ancora che alle teorie di Christian Metz, il nuovo libro di Senatore “stizza l’occhio” come dice l’Autore al Diagnostic and Statistical Manual of Menthal Disorders (DSM) e suddivide il film secondo diverse patologie mentali: alcolismo, deliri di gelosia, disturbi di personalità, perversioni sessuali, depressione, follia…Il DSM, pubblicato nel 1952 per la prima volta, classificava statisticamente le distorsioni mentali. La sua edizione più recente, nel 2000, classifica un numero di disturbi pari a tre volte quello della prima edizione. E si sono moltiplicati i film con al loro intento un personaggio folle o psicologicamente disturbato. Dal folgorante esordio di Bunuel (“Un chien andalou”)siamo giunti all’horror d’autore (“Shining”), dalle giovanili allucinazioni di Polanski (“Repulsion”). Così come agli incubi dell’eroina (“L’uomo dal braccio d’oro”) o da quelli del manicomio (“La vacanza”, “Il corridoio della paura”) siamo giunti alla follia del reduce del Vietnam (“Taxi driver”) e al matematico paranoide (“Beautiful mind”). Lo sdoppiamento della personalità (“Dr Jekyll e Mr Hyde”) che in De Palma è anche sdoppiamento d’immagine (“Doppia personalità”, “Le due sorelle”, “Femme fatale”) ha creato autentici capolavori come “Psycho” di Hitchcock e filmetti dozzinali. Nell’incertezza precaria che caratterizza il declino dell’Occidente, la logica percettiva del mondo si servirebbe del cinema per rinviare ad un secondo senso; ciò che appare  assume il carattere enigmatico e sfuggente della metafora, del sogno catartico.  Il cinema è dunque l’espressione più adeguata, per dar senso attraverso immagini simboliche, all’indecifrabile realtà che ci circonda.” (Mario Franco – La Repubblica – Napoli -26-6-2010)

“Era il 1945 quando Alfred Hitchock consegnava alla storia  del cinema un film diventato subito un cult. Nel cast ci sono due giovani e bellissimi attori: Ingrid Bergman e Gregory Peck. Il film è “Io ti salverò”, diventato con il tempo caposaldo di una vecchia corrente che mette insieme cinema e psicoanalisi. Sono passati sessantacinque anni e l’immagine della bella dottoressa Peterson che cerca di salvare l’uomo che ama e che ha smarrito la sua identità fa capolino quando si parla del  connubio tra cinema e psicoanalisi.  E proprio al cinema ed ai suoi mille legami con il lettino è dedicato Cinema Mente e Corpo dello psichiatra Ignazio Senatore scrittore e cinefilo appassionato, promotore ed organizzatore anche di una rassegna che si svolge con cadenza annuale “Il cineforum del dottor Freud” Cinema Mente e Corpo, edito da Zephyro, presentato alla FNAC da Antonio Capuano e Renato Carpentieri, è un corposo volume che raccoglie sotto forma di saggio più di 500 film che coprono un secolo di cinema internazionale sui temi cari alla psicopatologia; depressione, maniacalità, fobie e ossessioni, incubi e allucinazioni, nevrosi e disturbi della personalità, crisi d’identità.  Senza dimenticare temi che portano con sé anche ripercussioni psicologiche come Aids, cancro, handicap e ritardo mentale, eutanasia, demenza. Tutto rigorosamente senza immagini poiché, come spiega nell’introduzione Baldo Lami, “Figure e dialoghi sono proprio gli elementi costitutivi  della psiche e quindi la scelta sta nel  farli arrivare la lettore attraverso il film e dalla lettura e, quindi da se stessi”. Senatore, dopo “L’analista in celluloide, Curare con il cinema, Psycho cult ed il saggio Il cineforum del dottor Freud, dedica questo suo ultimo libro a tutti gli amanti del cinema e agli addetti ai lavori e troveranno molto utile questo manuale per orientarsi. Tra i film “28 giorni” di Betty Thomas, “My name is Joe” di Ken Loach, “Il conformista “ di Bernardo Bertolucci e “Fuori dal mondo” di Giuseppe Piccioni. Ogni pellicola è commentata e introdotta per categoria di riferimento, con ampia citazioni di particolari e curiosità.” (Costanza Falanga – da “Il Mattino” – 13-6-2010)

“Il sogno di Gregory Peck disegnato da Salvador Dalì nell’hitchcockiano Io ti salverò.  Le ossessioni masochistiche di Maggie Gyllenhaal in Secretary. I viaggi nel tempo e nella psiche di Bruce Willis ne L’Esercito delle 12 scimmie. Montgomery Clift alle prese con l’isteria in Freud, passioni segrete. Ma anche Totò vittima dell’amnesia  (o forse no) ne Lo smemorato di Collegno. E potrei continuare citando altri 500 film quanti Ignazio Senatore ne ha antologizzati nella sua ultima fatica “Cinema Mente e Corpo” (pag 510, euro 28,00) che si presenta oggi alla Fnac (con l’autore ci saranno Antonio Capuano, Renato Carpentieri e Costanza Falanga): una performance che rende ben conto delle passioni (non segrete) del’autore, equamente divise tra lo schermo e l’inconscio. Senatore, infatti, è psichiatra e critico cinematografico, e in questa doppia veste ha già dato alle stampe titoli come L’analista in celluloide, Curare con il cinema o Psycho cult. Ma stavolta Il cineforum del dottor Freud (tanto per citare il titolo di un altro suo volume) si apre a una più analitica disamina delle psicopatologie “spiegate” con l’ausilio del cinema : sono ben 32 le “voci” individuate (da “Alcol” a “Traumi”, passando per “Depressione”, “Fobie”, Incubi e allucinazioni”, “Pedofilia” o “Suicidio”) a cui corrispondono dettagliatissime “recensioni” dei film inerenti a ciascuna tematica, più una fitta “filmografia consigliata”. E nella seconda parte del volume Senatore allarga ulteriormente il suo raggio d’osservazione, spingendosi nei territori minati del rapporto tra la mente, il corpo, la malattia: qui i capitoli s’intitolano, per intenderci, “Aids”, “Cancro”, “Eutanasia” o “Trapianti”. Il libro, infatti, così, si presenta nel suo complesso sia come agile manuale di consultazione per “malati di cinema”, sia come densa summa di quanto lo schermo dall’era del muto a oggi ha prodotto intorno alla psiche e ai suoi enigmi, diventando utile mezzo di ispirazione e strumento di lavoro per chi come Senatore è convinto che il cinema possa servire anche a curare l’anima. La psichiatria e la psicoanalisi non salveranno il mondo, ma possono almeno aiutarci a capire perché sia così ammalato. Se poi la psicoanalista ha le fattezze di Ingrid Bergman sulla copertina del libro, le speranze di guarigione aumentano sensibilmente.” (Antonio Fiore – Il Corriere del Mezzogiorno 11-6-2010)

“Recentemente è uscito Ignazio Senatore, Cinema Mente e Corpo (Zephyro Edizioni, Milano 2010) l’intento ed il metodo è lo stesso: cercare nel racconto del film, nelle storie che vi si narrano quegli elementi cha vanno a costituire i problemi del vivere ed il modo che alcuni hanno scelto (o potuto scegliere) per dipanare nodi, blocchi, sofferenze. E sappiamo che nel rapporto fra Noi e gli Altri troviamo quella universalità della condizione umana che ci fa produrre una maggiore introspezione e quello “scatto” verso l’agire ed il prendere coscienza che ci è necessario nei passaggi della vita. L’occhio di Senatore è quello di uno psichiatra che osserva le patologie psichiche così come questa disciplina le diagnostica  e prende in carico. Tuttavia il libro ha un interesse che va oltre a quello clinico. Qui troviamo 500  trame di film davvero ben raccontate. Di ognuna vengono individuate con tratti leggeri eppure molto efficaci le persone, ciò che ad essi è capitato, chi hanno incontrato sulle loro strade, i loro destini. Non sempre c’è l’Happy End ma spesso se ne viene fuori. Ammaccati, ma con una piccola dote di energia che aiuta a ricominciare o ad andare aventi. Uno psicologo, un educatore, un assistente sociale  vi potrà trovare un film da cui estrarre una  idea per il proprio lavoro. Un formatore potrebbe includere in un suo corso il suggerimento di vedere e commentare in aula rappresentazioni e vissuti.”  (Paolo Ferrario in www.mapperser.com –  10/3/ 2010)

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