Dal Vesuvio all’Etna ripulendo i sentieri

8 Ottobre 2017 | Di Ignazio Senatore
Dal Vesuvio all’Etna ripulendo i sentieri
Senatore giornalista
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Un documentario in cui tutti i protagonisti corrono, dal Vesuvio all’Etna tra bellezza ed aggressione all’’ambiente. Si intitola “Immnodezza”, lo firma Mimmo Calopresti ed è stato presentato ieri in anteprima assoluta a Milano, nell’ambito del Terzo Festival Internazionale del Documentario “Visioni dal mondo Immagini della realtà”. Il doc con la sceneggiatura di Daniela Riccardi ed Emanuela Rosio verrà verrà premiato prossimamente all’Awareness Film Festival di Los Angeles.

“Il titolo  è un omaggio a Pier Paolo Pasolini, che filmò a Roma uno sciopero degli spazzini., dice Calopresti. “Ho scelto di partire dal Vesuvio perché è “un luogo scelto non a caso perché è uno dei simboli dell’equilibrio precario nel quale viviamo. Mi intriga per  quell’ alone di tragedia imminente che emana e per quel viscerale rapporto di amore ed odio che scatena. La mia idea originaria era quella di legare due vulcani, il Vesuvio e l’Etna, non solo per raccontare il Sud, ma per sottolineare come la bellezza di queste aree sia spesso mortificata dall’incuria e dall’abbandono.

“L’idea di “Immondezza”, prosegue Calopresti,  prende spunto da “Keep clean and run”, ideato da rifiutologo Roberto Cavallo, che vede sportivi e testimonial correre lungo lo Stivale per ripulire l’ambiente e sensibilizzare la popolazione a non deturpare, con l’abbandono dei rifiuti, coste, fiumi, città. A me non interessava mostrare le discariche, conclude il regista calabrese, ma rimarcare il concetto che la sostenibilità ambientale promuove il turismo e crea ricchezza e che non possiamo non difendere la bellezza che ci circonda dalla “immondezza” termine inteso anche in senso più metaforico.. Nel mio viaggio da Napoli all’Etna, conclude il regista calabrese, ho fatto tappa a Paestum non solo  perché è sede di un’importante cartiera per il riciclo della carta ma soprattutto perché  in quell’area Lega Ambiente organizza con dei volontari e dei migranti, una volta la settimana, la pulizia di quei magnifici luoghi, meta dei turisti di tutto il mondo che, però, hanno l’abitudine di abbandonare le bottigliette d’acqua lungo il percorso, guastando e mortificando l’estetica di quei magnifici e millenari monumenti.”

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 8-10- 2017

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