Ignazio Senatore intervista Francesco Rosi

12 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Ignazio Senatore intervista Francesco Rosi
Ignazio Senatore Intervista...
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Francesco Rosi, indimenticato regista dal grande impegno civile, autore di capolavori come Le mani sulla città”, “Salvatore Giuliano” e “Lucky Luciano” ha aperto la terza rassegna cinematografica “Filmando Nisida”.. Il grande maestro del cinema ha incontrato i detenuti dopo la proiezione de “La sfida”, film girato nel 1958 e che a distanza di cinquanta anni ha mantenuto intatta la straordinaria forza visiva.

 Può ricordare alcuni dei suoi straordinari film?

“Il mio primo film “La sfida” l’ho girato nel 1957  Sono passati 50 anni da allora e la criminalità p totalmente cambiata da allora. Allora la camorra era di tipo agricolo e sfruttava i contadini e gestiva il mercato agricolo. Poi ho sentito il bisogno di girare un film che fosse al limite con la criminalità; “I magliari”  e la storia la girai ad Amburgo. La vicenda narra di un gruppo di persone che per  vivere doveva inventarsi un lavoro anche pittoresco e divertente. Poi ho girato “Salvatore Giuliano” ed in quel film tentai di fare un cinema più analitico e di denuncia. Poi fu la volta de “Le mani sulla città” un film che era orientato a comprendere il legame tra l’urbanistica ed il potere. La storia narra di un costruttore corrotto che si ancia nella politica e diviene assessore per poter appaltare e dare le licenze edilizie ad i suoi compari. Poi con “Lucky Luciano” narrai il passaggio dalla camorra di tipo agricolo a quella che si lanciò sul mercato della droga. Ed anche quado ho fatto una fiaba “C’era una volta” anche in quel caso il mio cinema della realtà si basava su una novella del Basile.”

Il suo cinema è stato sempre etichettato come uno degli esempi più alto di cinema di impegno civile Lei come lo definirebbe?

“E’ lo strumento più potente che conosco per giungere a cuore delle coscienze. Il mio scopo è sempre stato quello di offrire allo spettatore la possibilità di riflettere e di arrivare a delle conclusioni da solo. Non ho mai creduto all’idea di uno spettatore passivo ma penso che il compito del cinema sia quello di spronare a riflettere.”

Immagino che ad un regista impegnato civilmente come lei avranno più volte chiesto ricette per curare i mali di Napoli..

“Sposo ancora l’idea che lanciai tanti anni fa in un’intervista. Per togliere i ragazzi dalla strada, a Napoli ci vuole una scuola a tempo pieno dove s’insegna loro non solo le materie di studio ma anche il rispetto per gli altri, per il patrimonio comune e per il proprio corpo. Napoli è stata una grande città proletaria ma negli ultimi anni hanno chiuso  tremila fabbriche e fabbrichette. Che fine hanno fatto quegli operai, come si sono arrangiati, che tipo di lavoro si sono dovuti inventare? La violenza esercita un fascino irresistibile soprattutto su chi è innocente, disarmato, senza lavoro e privo di istruzione.  La criminalità pesca più facilmente proprio in questi strati sociali sofferenti, tra chi vive nell’infermo dei vicoli. Il lavoro è l’istruzione sono le uniche due cose che danno dignità all’uomo. Tre cose hanno cambiato ultimamente il mondo ; il narcotraffico, la televisione ed il mercato. Se non si hanno gli strumenti culturali per fronteggiarle chi è innocente resta, inevitabilmente, travolto.

Corriere del Mezzogiorno – Redazione napoletana de Il Corriere della Sera – 25 gennaio 2007

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