Ignazio Senatore intervista Gianfranco Pannone: L’esercito più piccolo del mondo

8 Febbraio 2016 | Di Ignazio Senatore
Ignazio Senatore intervista Gianfranco Pannone: L’esercito più piccolo del mondo
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Un tempo i film sul Papa e lo Stato Pontificio erano tabù. A squarciare il velo non poteva essere che quell’anarchico di Marco Ferreri con L’Udienza, film grottesco del ‘72, interpretato da un disarmante Enzo Jannacci, che ruotava intorno all’ossessione di un anonimo cittadino che, a tutti i costi, voleva farsi ricevere dal Papa. Tralasciati quei film storici dove di tanto in tanto faceva capolino un Pontefice e dopo il delizioso ed irridente Habemus papam di Nanni Moretti, le attese maggiori dei cinefili sono rivolte agli annunciati Chiamatemi Francesco di Daniele Luchetti, in sala a dicembre, ed al documentario L’esercito più piccolo del mondo del regista napoletano Gianfranco Pannone che verrà presentato, fuori concorso, alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Co-prodotto da Solares Fondazione delle Arti, Fondazione Solares Suisse, PTS Art’s Factory e da CTV, la televisione vaticana, il documentario narra di Leo, un giovane guardaboschi e di René, uno studente di teologia dell’Argovia, in Svizzera, che hanno deciso di far parte del corpo Pontificio. Una scelta che ai giorni nostri potrebbe sembrare desueta, anacronistica e alquanto bizzarra, ma che nasconde, naturalmente, sogni, aspirazioni e curiosità, tutte da scoprire e che rinnova il fascino di un esercito, fondato da Giulio II, che, per fortuna, ai giorni nostri non si arma più contro nemici, né scatena guerre, come nei secoli scorsi, ma che veste ancora con abiti del ‘500.

E’ stato un grande privilegio poter realizzare dietro le quinte della Guardia Svizzera questo documentario, la cui realizzazione è durata un anno, racconta Pannone, che è anche il direttore dell’Area cinema della neonata Scuola di Cinema e Televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ed è stata appassionante e rivelatrice di quel clima realmente nuovo creato da Papa Francesco. Per non farmi fagocitare da tanta grandezza, dal peso della Storia come dalla mia stessa fede cristiana, chiude il regista, ho scelto di avere uno sguardo laico e al tempo stesso lontano dalla facile retorica della rappresentazione.”

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno 1- 8-2015

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