Gramigna, un film sulla storia di Luigi Di Cicco che non seuì le orme del padre boss della camorra

14 Novembre 2017 | Di Ignazio Senatore
Gramigna, un film sulla storia di Luigi Di Cicco che non seuì le orme del padre boss della camorra
Senatore giornalista
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Può il figlio di un boss della camorra, condannato all’ergastolo, cambiare il proprio destino di malavitoso? E’ quanto narra “Gramigna”, nelle sale dal 16 novembre, per la regia di Sebastiano Rizzo,  alla seconda regia dopo “Nomi e cognomi” del 2015.

Il regista, noto per le sue interpretazioni in diverse fiction di successo (Distretto di polizia, Don Matteo, Capri 3), traspone sullo schermo il romanzo, scritto a quattro mani, dal noto giornalista Michele Cucuzza e dal protagonista della vicenda Luigi Di Cicco, un uomo che, sin da quando era ragazzino, ha incontrato il padre solo attraverso le gelide sbarre del carcere.

“Ho conosciuto Michele per caso, dichiara Luigi Di Cicco. Da lì è nata una sincera amicizia e solo dopo anni gli ho confidato la mia storia, non solo perché non è facile da raccontare, ma perché può scatenare, inevitabilmente, nelle persone pregiudizi e distanza. Michele mi ha sostenuto e mi ha spinto a scrivere assieme la mia storia perché diventasse una testimonianza per quelli che hanno vissuto e vivono nella mia condizione. Il libro è poi diventato un film che vuole lanciare un messaggio di speranza, raccontare che un’altra strada è possibile, e che dal male può nascere il bene. Mio padre è molto contento dell’uscita del film, anche perché non mi ha mai costretto a seguire le sue orme, ma mi ha sempre lasciato la libertà di scegliere il mio futuro.”

Il titolo del film è un chiaro riferimento al grano selvatico, “all’erba cattiva”, che deve essere estirpata perché infesta e danneggia i campi e descrive lo smarrimento e l’incertezza di chi, come Luigi, cresciuto in un ambiente malsano, si è trovato di fronte ad un bivio; seguire i consigli della madre (Teresa Saponangelo) e del suo paterno insegnante di educazione fisica (Enrico Lo Verso) o, invece, lasciarsi tentare da chi, come il padre (Biagio Izzo) si era, invece, schierato dalla parte dell’illegalità, dei facili guadagni e del malaffare? A vestire i panni del protagonista il giovanisismo Gianluca Di Gennaro, affiancato da un cast di attori napoletani d’eccezione, Gianni Ferreri, Lucia Ragni, Ernesto Mahieux, Mario Porfito, Ciro Petrone, Alessio Gallo ed Anna Capasso. Un film che fa riflettere e che, inserito in un progetto educativo, verrà proiettato in molte scuole d’Italia.

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 14-11-2017

 

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