I giorni del vino e delle rose di Blake Edwards – USA – 1962

5 Gennaio 2019 | Di Ignazio Senatore
I giorni del vino e delle rose di Blake Edwards – USA – 1962
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Joe Clay (Jack Lemmon) un addetto alle pubbliche relazioni precipita, senza accorgersene, giorno dopo giorno nell’alcolismo. Incapace ormai di tessere dei rapporti umani significativi, una sera, rientra a casa e rivolgendosi a sua moglie Kirsten (Lee Remick) le dice: “Io torno a casa leggermente alticcio mentre tu non hai bevuto e sei un po’ stanca, quindi io ti sembro ubriaco… E va bene…lo sono. Tu non ci sei abituata ed io sento la tua disapprovazione, la sento! Ma se tu vuoi rimanere alzata e preferisci aspettarmi non c’è nessuna legge che ti proibisca di bere mentre mi aspetti, dico bene? E’ così, forse, ci sarà un po’ d’allegria in questa casa. Ho ragione? “

Kirsten comprende che l’alcol potrebbe fungere da collante per tenere insieme la coppia ed inizia a bere in compagnia del marito. Joe, perennemente alticcio, perde un lavoro dopo l’altro. Kirsten, sempre più brilla, dà fuoco all’appartamento mettendo a repentaglio la vita della figlia. Dopo un’ennesima sbronza, Joe (grazie all’aiuto di Jmmy, un ex alcolista che frequenta un gruppo di Alcolisti Anonimi) si disintossica e non tocca più un goccio di wiskey. Kirsten, invece, continua a bere e a negare la propria condizione. Dopo aver chiesto invano la complicità di Joe, Kirsten, divenuta ormai schiava dell’alcol (“Il mondo mi sembra tanto sudicio quando non bevo” ) sempre più sola e disperata, abbandona il marito.

Venato da un’evidente dose di paternalismo, il film è un viaggio negli abissi dell’anima. Generalmente il cinema mostra l’ex alcolista (ripreso in soggettiva) che si rivolge agli altri partecipanti alle riunioni degli A.A e narra i disagi derivanti dal proprio percorso alcolomanico. In questo film, invece, Edwards (per poter promuovere più attivamente il rispecchiamento del paziente alcolista con lo schermo) riprende alternativamente sia Jmmy che gli altri A.A, soffermandosi con la sua mdp più sul volto di questi ultimi che non su quello dell’ex alcolista redento. Una piccola curiosità: mentre Jmmy espone il programma degli A.A, in sala i presenti sfumacchiano come dannati. Bellissimo (da un punto di vista relazionale) il tragico passaggio della condizione alcolomanica da Joe e Kirsten. Da un dramma per lo schermo televisivo di J.P. Miller, diretto da John Frankenheimer nel 1957, il film si regge sull’ottima recitazione degli interpreti principali.

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