Ignazio Senatore intervista Edoardo De Angelis: “Il vizio della speranza”

20 Ottobre 2018 | Di Ignazio Senatore
Ignazio Senatore intervista Edoardo De Angelis: “Il vizio della speranza”
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E’ stato presentato ieri nella Selezione ufficiale della XIII Edizione della Festa del Cinema di Roma “Il vizio della speranza”, l’ultimo (e atteso) film di Edoardo De Angelis, girato, come “Mozzarella stories” (2011), suo film d’esordio, a Castel Volturno”.

L’ho ambientato in un luogo simbolo, dichiara il regista, ideale per poter comprendere l’Italia attuale, in un territorio violentato dove coesistono speranza e disperazione e dove convivono culture, lingue e tradizioni diverse tra loro.”

La vicenda ruota intorno a Maria (Pina Turco), una giovane donna la cui esistenza scorre, senza sogni né desideri. Assieme all’inseparabile pitbull lavora per una madame ingioiellata e senza scrupoli e, con la sua barca, traghetta sul fiume Volturno le prostitute che, vittime di malavitosi dal cuore di pietra, devono partorire e dare poi il frutto del loro concepimento ad altre donne. Dopo “Indivisibili (2016) , film diventato di culto, premiato con sei David di Donatello e quattro Nastri d’Argento, il talentuoso regista casertano narra ancora un’altra storia dolorosa di “corpi”.

Il corpo è per me un territorio di indagine privilegiato, prosegue De Angelis, che racconta il passato, il presente e il futuro di ognuno di noi. Maria ha subito una violenza che l’ha resa inabile alla procreazione. Nel corso del film, a seguito di un evento, si crea un processo di trasformazione, che non cancella con un colpo di spugna il suo passato, ma che mette in moto dentro di lei una sorta di riconciliazione, di riparazione per cui, per non umiliare quel bambino che in grembo, accetta il dono ricevuto e, come guidata da un imperativo morale, comprende che non può più continuare a fare quel lavoro. Il titolo rimanda alla pericolosità di un sentimento, la speranza che rimanda non solo ai sogni e ai desideri, ma anche a quella ribellione che può scattare, dopo aver subito soprusi nel corso della propria esistenza, e che diventa redentrice e addirittura salvifica“.

Al fianco della protagonista, moglie del regista, Marina Confalone, Cristina Donadio, Massimiliano Rossi e Marcello Romolo.

La scelta del cast, conclude il regista, si è basata non solo sulla bravura degli attori e delle attrici, ma sulla loro particolare sensibilità al tema trattato, sulla loro disponibilità umana e ho chiesto loro di permettere che la storia potesse attraversare i loro corpi”.

Il film, nelle sale il 22 novembre, si avvale delle magiche musiche di Enzo Avitabile.

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno 20-10-2018

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