Intimità 2004: Malati immaginari

Interviste a Senatore

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Intimità – N.46 – 18 Novembre 2004

“Malati immaginari si nasce o si diventa?”

di Achille Perego

A.P: E’ vero che l’ipocondriaco è tale se per almeno sei mesi vive con l’idea di essere malato?

I.S: “Non sarei così categorico. Diciamo che l’ipocondriaco per eccellenza è chi è straconvinto di essere malato. E si comporta di conseguenza. Sostiene di sentire i sintomi dell’infarto, e , soggettivamente, li sente davvero anche se non ha problemi di cuore e l’elettrocardiogramma è perfetto. Amplifica le notizie sulle morti misteriose come il calciatore che crolla sul campo a 18 anni. Vuole sempre essere rassicurato da un nuovo esame e quando va dal medico è preparatissimo.”

A.P:  Non c’è forse un’overdose di informazione  dalla TV e da Internet?

I.S: “Una volta si pensava che era meglio avere meno informazioni mediche. Ma i pazienti non possono essere trattati come i bambini. La corretta informazione è importante.”

A.P: Si può guarire dall’ipocondria?

I.S: “Spesso l’ipocondria è familiare, conseguenza di genitori troppo apprensivi per la salute. E’ un tratto che appartiene a tutta la vita senza per questo arrivare ai casi più gravi, a disturbi psichiatrici rilevanti. Il compito del medico di famiglia non è facile. Bisogna però capire che la cura non deve puntare a sanare questo o quel sintomo, che in pratica non c’è, ma il vero trattamento, quello che gli ipocondriaci cercano davvero, è un orecchio che ascolti le loro lamentele, perché quella loro condizione è in fondo solo mal di vivere. Se ci proviamo, senza motivo, la pressione di tutti i giorni, se osserviamo più volte al giorno allo specchio le pupille, forse è il momento di cominciare a parlare con qualcuno.”