Ignazio Senatore intervista Leopoldo Mastelloni

11 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
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Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando l’indimenticata Luisa Conte lo invitò ad esibirsi in uno spettacolo nel lontano 1977. Da allora Leopoldo Mastelloni è diventato di casa al Teatro Sannazzaro ed in coppia con Lara Sansone sarà in scena, da oggi fino a domenica, nello spettacolo “Costante…mente vostro”.

Vulcanico ed esuberante Mastelloni tratteggia con poche ma incisive pennellate lo spirito del suo allestimento:

“E’ una sorta di omaggio a tutti gli spettatori del Sannazzaro che mi hanno seguito in tutti questi anni. Dario Fo è pedante e pedagogico. Con Lara abbiamo montato uno spettacolo fruibile, intrecciato da brani musicali che racconta una storia di soprusi e di emarginazioni. Le canzoni faranno da colonna portante allo spettacolo e gli spettatori potranno ascoltare brani che svariano da Bambinella di Raffaele Viviani a quelli tratti Tammurriata e Carnalità, i miei fortunati spettacoli diretti da Giuseppe Patroni Griffi”. 

Irriverente e salace quanto basta, Mastelloni lancia strali ed attacca a tutto campo coloro che gestiscono le sorti del teatro a Napoli e che debbono la loro fortuna solo alla loro capacità di colludere con il potere politico.

“Sono anni che aspetto una telefonata da chi gestisce il Mercadante e continuo a chiedermi come sia possibile ignorare un’artista come me che ha lanciato un genere di spettacolo, quello dell’one-man-show, che prima di me nessuno aveva mai allestito in Italia. Queste persone, come si dice in gergo, non solo non fanno botteghino ma credo che abbiano paura di confrontarsi con uno come me che ha quarantadue anni di carriera alle spalle. Napoli è sempre stata matrigna verso i suoi talenti migliori. Non a caso Enzo Moscato e Lina Sastri hanno dovuto recitare al Piccolo di Milano e non qui nella nostra città.”

Artista attento alle trasformazioni sociali non lesina una riflessione su quello che accade nella nostra società:

“Viviamo in un periodo di regressione sociale dove non si distingue più tra il lecito e l’illecito, tra l’ etica e la realtà e dove imperano assoluzioni facili La famiglia cattolica va difesa ma non comprendo perché vengono attaccate persone che sposano una diversità e che non fanno male a nessuno.” Disincantato e disilluso rispetto ad eventi come quelli del 17 maggio, giornata mondiale per la lotta all’omofobia, risponde con un laconico: “Non credo a queste celebrazioni coreografiche anche perché tutti quelli che appiano in queste manifestazioni  lo fanno solo per mettersi in mostra. I miei movimenti politici me li faccio da me.”   

Dopo aver Mastelloni glissato sulle ragioni che lo portarono ad essere espulso dalla RAI,  prima di congedarsi, regala un’ultima velenosa frecciatina: “Ho fatto poco cinema ma il cinema mi ha inseguito per anni ma sono stato io che non l’ho voluto fare.

Articolo pubblicato su “Il Napoli – Epolis”- 18-05-2007

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