Ignazio Senatore intervista Lou Castel: “Amo Napoli e la politica. Quelle lotte del 73 con Carpentieri”

27 Settembre 2017 | Di Ignazio Senatore
Ignazio Senatore intervista  Lou Castel: “Amo Napoli e la politica. Quelle lotte  del 73 con Carpentieri”
Senatore giornalista
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“Amo Napoli e ci torno sempre volentieri, anche perché mi ricorda quando ero giovane e militavo assieme a Renato Carpentieri ne “Il vento rosso”, un’organizzazione culturale del Partito Marxista Leninista. Con lui nel 73’ organizzammo in città un bellissimo spettacolo”. 

Si racconta quasi sottovoce Lou Castel, attore simbolo del cinema “ribellista” italiano che ieri sera, nell’ambito del Napoli Film Festival, diretto da Mario Violini, ha presentato “A pugni chiusi”, documentario-intervista, diretto da Pierpaolo De Sanctis, nel quale narra la sua folgorante carriera.

Strano destino quello di Lou Castel, nato in Colombia, da padre svedese e madre irlandese, giunto  in Italia negli anni Sessanta per frequentare il Centro Sperimentale di cinematografia di Roma e diventato oggetto di culto per la magistrale interpretazione ne “I pugni in tasca”, film d’esordio del 65’ di Marco Bellocchio, che lo scelse dopo il gran rifiuto di Gianni Morandi, minacciato dal suo agente se avesse accettato la parte.

Interprete di “Francesco d’Assisi” di Liliana Cavani  nel 66’ e dell’insuperabile “Grazie zia”, di Salvatore Samperi nel 68’, al fianco di Lisa Gastoni, diretto da maestri del cinema come Scola, Monicelli, Wenders, Chabrol e Fassbinder, Castel ha rappresentato per generazioni di militanti di sinistra, il simbolo di chi, non ha mai accettato alcun compromesso con l’industria del cinema.

Andai in crisi quando il produttore di “Grazie zia” inserì nel film una scena dai contorni erotici. Fu per me una rivelazione e compresi allora che non si poteva cambiare il mondo con un film. So che oggi questa cosa farebbe ridere, ma mi sembrò un’enorme svalutazione del mio lavoro professionale. Cominciai a vivere in maniera sempre più ambivalente il ruolo di attore e, per reazione accettavo tutto, anche i ruoli nei B- movie. In “Orgasmo”, un film di Lenzi, feci addirittura una scena di nudo con Carrol Baker.

Dopo aver finanziato con i proventi dei film il gruppo extraparlamentare nel quale militavo, mollai poi tutto e divenni militante a tempo pieno. La mia rabbia contro il sistema cinema era forse anche legata, come mi disse un mio amico, al desiderio, mai realizzato, di diventare regista e di avere un ruolo più attivo nella lavorazione di un film. Mentre interpretavo “Francesco d’Assisi“ con Liliana Cavani, ricordo che scrivevamo assieme alcuni passaggi della sceneggiatura e mi sentivo maggiormente realizzato e coinvolto. Non l’ho mai raccontato prima ma su quel set, per farmi apparire ancora più gioioso e sorridente, c’era truccatore romano che mi raccontava le barzellette.”

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno  27-9- 2017

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