Ignazio Senatore intervista Massimo Boldi

13 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
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Per Freud il motto di spirito rivelandoci qualcosa di segreto o di nascosto può permetterci di vedere l’irrazionale in ciò che sembra razionale, il folle in ciò che sembra sensato. Secondo Kundera nella comicità le cose vengono private di colpo del posto assegnato loro, rivelandoci l’insignificanza di tutto ciò che ci circonda. Queste illuminanti riflessioni ci confermano come sia complesso far ridere e scatenare l’ilarità negli spettatori.

Ne sa qualcosa Massimo Boldi, uno dei campioni d’incasso del cinema italiano degli ultimi venti anni, da sempre snobbato dalla critica e considerato uno delle icone simbolo di quel cinema nazional-popolare che basa il proprio successo sulla leggerezza delle trame, la prevedibilità delle gags e delle battute e sul rinforzo di certi stereotipi narrativi che finiscono solo per anestetizzare il cuore e la mente dello spettatore.

Nonostante le frecciatine e le stroncature, anche dopo lo storico divorzio da Christian De Sica, il sornione e simpatico Massimo Boldi continua a confezionare un successo dietro l’altro. Il suo ultimo film è La fidanzata di papà, diretto da Enrico Oldoini, interpretato insieme a Simona Ventura, Nino Frassica, Elisabetta Canalis, Biagio Izzo, I Fichi d’India, Enzo Salvi e Teresa Mannino. In questo film sono affrontati il tema della multietnicità, da una coppia di bianchi nasce un neonato nero e c’è un velato accenno a Barak Obama.  

“La fidanzata di papà è diverso dai precedenti, come lo erano anche Matrimonio alle Bahamas ed Olè.. I miei film sono sempre attenti a raccontare l’attualità e la vicenda che colpisce i protagonisti potrebbe accadere ad ognuno di noi. Nel film quando si scopre che il neonato è di colore, la prima cosa che dico è : “Ma gli avete fatto la lampada?”

La sua battuta sembra molto simile all’incauto commento di Berlusconi che, non appena Obama fu eletto, dichiarò: “E’ giovane, bello ed abbronzato.”

“Berlusconi mi ha copiato.”

Lei ha mosso i primi passi nel 1977 come attore-cabarettista nelle televisioni del Cavaliere. Berlusconi le piace più come imprenditore o come presidente del Consiglio?

“Non mi occupo di politica.”

Che pensa della bacchettata del ministro Bondi ad Enrico Bertolino, colpevole, a suo dire, di fare della satira in TV?

“Non  ho seguito la vicenda. Bondi mi è talmente simpatico che nel film ho voluto chiamarmi Massimo Bondi. E poi ci somigliano anche un po’”

Da Totò ad Ezio Greggio tanti attori comici di successo si sono calati in un ruolo drammatico. Perché nessun regista le ha mai offerto questa possibilità?

Non è vero. Nel 96 ho interpretato Festival, un film molto drammatico diretto da Pupi Avati nel quale vestivo i panni di Walter Chiari. I critici non lo ricordano perché nessuno lo ha visto. “

“Come mai non è passato mai dietro la macchina da presa, non ha fatto teatro e come Teo Teocoli  degli spettacoli da “one man show”?

“Sono esperienze che non m’interessano.”

Qualche commento sul suo divorzio con Christian De Sica?

“Se ne è parlato tanto che non aggiungo altro. Per ventidue anni facevo in coppia con lui solo Natale e Vacanze. Dal giorno del divorzio ho creato un mio stile personale.”

Quale comico le manca di più ?                               

“Sono affezionato a tutti quelli con i quali ho lavorato anche perché sul set ho tanti amici e non ho mai litigato con nessuno. Penso che Massimo Troisi fosse un artista straordinario e che la sua morte prematura non gli abbia permesso di esprimersi come avrebbe potuto. Sarebbe diventato il secondo Eduardo.”

Il comico del futuro?

“Teresa Mannino, un’attrice che è partita da Zelig e che sfonderà insieme ai comici che mi stanno seguendo in queste mie nuove avventure cinematografiche.”

Sarà forse per quel suo tocco d’umanità, per l’intensità con il qual ha narrato più volte in televisione il dolore per la scomparsa di sua moglie. Che effetto le fa sentirsi uno degli attori più coccolati dal pubblico italiano?

“Quello che mi colpisce di più è che sono amato dai bambini a tal punto che sono diventato come un cartone animato, senza sesso, talmente liscio che se mi tocca giù non si trova niente. Quelli che parlano male di me sono solo invidiosi.”

Articolo pubblicato su “Epolis”- 17-11-2008

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