Over the top di Menahem Golan – USA – 1987

28 Dicembre 2018 | Di Ignazio Senatore
Over the top di Menahem Golan – USA – 1987
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Lincoln Hawk (Sylvester Stallone) si guadagna la vita guidando i Tir. Anni prima, per delle insanabili incomprensioni con il ricco suocero Jason Cutler (Robert Loggia), aveva abbandonato moglie Christina (Susan Blakely) ed il figlio Michael (David Mendenhall).

Ma Christina è gravemente ammalata e, contro il volere dell’arcigno e despota genitore, chiede a Lincoln di prendersi cura del figlio, ormai dodicenne, studente dell’accademia militare.  Lungo il viaggio padre e figlio iniziano a conoscersi ed a solidarizzare e Michael scopre che il padre non solo è un campione di braccio di ferro, ma è anche un genitore dolce e premuroso.  Alla morte di Christina, il piccolo è però affidato al nonno che vieta a Lincoln di vedere il figlio. Esasperato, una sera, Lincoln, con il suo Tir, sfonda il cancello della villa del suocero, devasta il suo giardino ed è arrestato. Il bambino scopre le lettere che il papà gli aveva scritto negli anni e che il nonno aveva nascosto ed avendo scoperto che il padre gareggerà per il titolo mondiale di braccio di ferro, decide di raggiungerlo. Riuscirà Lincoln a vincere la competizione ed a riavere il figlio?

Pellicola tipicamente a stelle e strisce, irrorata, sin dalla prima immagine (con la bandiera americana in bell’evidenza) di quell’enfasi tipicamente statunitense.

Lincoln è descritto come il classico personaggio dal cuore buono che, prima della prevedibile e scontata vittoria finale, dovrà affrontare e superare mille ostacoli.

I dialoghi, abbastanza piatti e banali, non brillano per originalità e Stallone mostra in più occasione la sua solita faccia inespressiva ed il campionario di bicipiti e muscoli ben torniti. Seppur Cristina muoia dopo poche battute, il regista non punta al melodramma e mescola film d’azione ad il classico film di formazione del piccolo protagonista che, al termine del film, mostrerà di essere cresciuto e di aver abbandonato quei suoi atteggiamenti rigidi, infantili e spocchiosi.

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