Pi greco. Il teorema del delirio di Darren Aronofsky – USA – 1997

5 Gennaio 2019 | Di Ignazio Senatore
Pi greco. Il teorema del delirio di Darren Aronofsky – USA – 1997
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Max Cohen (Sean Gullette) è un giovane, brillante e geniale matematico ebreo. Rinchiuso in un piccolo appartamento del quartiere cinese di New York è perennemente incollato al suo computer, convinto di poter scoprire il valore trascendente del pi greco e delle leggi che regolano il mondo. Certo che esiste uno schema ed un ordine preciso dietro ai numeri, ossessionato dal voler dare una spiegazione ai fondamenta della matematica (la sezione aurea, il teorema di Fibonacci…) Max decide di studiare e decifrare gli sviluppi della Borsa. Per raggiungere il suo scopo assume, freneticamente ed in maniera ossessiva, una marea di farmaci (beta bloccanti, calcio antagonisti, adrenalina, steroidi, aspirine, marjuana, caffeina.). L’unico contatto che Max ha con il mondo esterno è con il suo vecchio insegnante, Sol. Pressato da broker d’assalto e da una setta di fanatici ebrei integralisti che vogliono che lui gli riveli le basi matematiche su cui si basa la Torah (il libro sacro degli ebrei) Max non riesce a dare un significato ad un numero (il 216) che ritrova costantemente nelle sue ricerche. In un crescendo sempre più visionario e delirante, distrugge il computer e si rasa a zero. Dopo averlo azionato, si punta un trapano alla tempia. L’ultima scena lo ritare con un cappellino di lana in testa, seduto su una panchina in un parco e con lo sguardo inebetito nel vuoto.

Film disperato e disperante sulla ricerca assoluta della conoscenza e della verità. Angosce, ossessioni allo stato puro. Un accecante bianco e nero, la voce fuori campo del protagonista ed una colonna sonora sincopata ed elettrizzante, amplificano ancor più l’effetto “alienante” di questa pellicola. Raccontato sotto forma di diario e cadenzato ossessivamente dagli orari nelle quali il protagonista registra le sue ripetitive annotazioni. Film che non mescola incubi a traiettorie di fughe. Al di là delle pregevoli scelte stilistiche, la novità presente in questo film è nella descrizione progressiva e puntuale della caduta negli Inferi di un soggetto “normale”, “geniale” e “sano di mente”.

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