Ignazio Senatore intervista Gabriele Salvatores: “Essere napoletano è da sempre un privilegio per me”

30 Giugno 2018 | Di Ignazio Senatore
Ignazio Senatore intervista Gabriele Salvatores: “Essere napoletano è da sempre un privilegio per me”
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Uno degli ospiti d’eccezione della XVI Edizione dell’Ischia Film Festival, diretta da Sebastiano Messina e Boris Sollazzo, è il premio Oscar Gabriele Salvatores, napoletano di nascita, ma milanese d’adozione.

“L’essere nato a Napoli lo considero un privilegio. Anche se sono andato via dalla mia città natale quando avevo sei anni, in casa i miei genitori paravano in napoletano.”

A Napoli ha girato nel 2000 Denti, uno dei suoi film più visionari.

Si, è un film molto personale e particolare che non andò molto bene nelle sale, forse per il tema, vicino a certe cose mie che stavo vivendo in quel momento e perciò avevo sentito il bisogno di girarlo proprio a Napoli, una città unica, dove convivono e si sposano il nero e l’oro, il sole e le tenebre. Dalla Grecia ha ereditato il significato delle maschere tragiche e comiche e ciò spiega perché a Napoli si può piangere per una cosa che ti rende felice e ridere per qualcosa di drammatico.”

Ha diretto tanti attori napoletani; Silvio Orlando, Renato Carpentieri, Valeria Golino, Tonino Taiuti

Napoli è una città di attori, è un teatro all’aria aperta. Questa cosa l’ho riscontrata anche quando ho girato “Io non ho paura” I ragazzi del Sud erano meno timidi e interessanti di quelli del Nord. A ottobre girerò il mio nuovo film , ambientato in Croazia e Valeria farà parte del cast.” 

Nel ‘93 girò “Sud”, con Carpentieri nei panni di un politico democristiano che si faceva eleggere, offrendo dei soldi in cambio del voto. Girerebbe oggi un film sulla situazione politica attuale?

Non farei un film politico, anche se credo che la politica non è quella fatta dai parlamentari, ma quella della vita sociale Il momento attuale è difficile da interpretare, C’era un progetto di un film che avrei dovuto fare qualche anno fa, tornato di moda, una sorta di “Mediterraneo”, ambientato su una nave cargo popolata da persone di etnie diverse che prima si scontravano m litigavano e poi, quando comprendono che sono tutti sulla stesa barca, trovano il modo di solidarizzare tra loro. Credo che oggi ci sia molta rabbia e invidia sociale ma sono certo che, se le persone si conoscono davvero, scoprono di essere molto più vicine di quanto possano credere.

Ha dichiarato che il cinema deve far nascere i desideri e che li debba comunicare.

“In momenti come questi più che i desideri consumistici mancano quelli più alti che trascendono il possesso delle cose. Il cinema prima aveva il compito di far scoprire mondi che non si conoscevano. Oggi questa finestra è aperta da internet. Voglio usare una parola grossa; c’è molta ignoranza in giro e la Rete può condizionare il pensiero delle persone e rende più facile governare. Il cinema deve andare alla scoperta di un’interiorità, guardare più alla poesia che al romanzo.

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno- 30-6. 2018

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