“Studi sull’anoressia” (a cura di Ignazio Senatore) Alpes Editore 2015: Introduzione

14 Ottobre 2015 | Di Ignazio Senatore
“Studi sull’anoressia” (a cura di Ignazio Senatore) Alpes Editore 2015: Introduzione
Volumi di Ignazio Senatore
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“Di tanto in tanto spunta su un giornale qualche graduatoria sulla vivibilità della città, Napoli non primeggia. E’ colpa dei parametri presi in considerazione. Non c’è la voce “mare” che consola ed odora, non c’è la voce “vento” che trasporta sabbie e spezie lontano ma soprattutto non c’è la voce “vulcano” che dà peso di cenere e sveltezza di fuochista alla forgia di un popolo, e che popolo.”

Erri De Luca, saggiamente, con queste illuminanti riflessioni, tratte dalla raccolta Napolide (Dante & Descartes, 2006) ci ricorda che quelli che hanno stilato le graduatorie di vivibilità delle città, non hanno inserito per una città come Napoli, quelle voci che ne svelerebbero la sua vera anima. 

Parimenti, in questo volume, gli Autori, hanno analizzato alcuni parametri, relativi al complesso universo dei disturbi del comportamento alimentare, generalmente, trascurati o lasciati nell’ombra in alti scritti. Una scelta “coraggiosa” che s’ispira (forse) a queste gustose affermazioni di Agnes Varda:

“Altra cosa che ho imparato dalla pittura: l’inquadratura. Prendiamo per esempio un pittore come Degas, si parla sempre delle sue giovani ballerine. Ma se si guarda bene l’insieme dei suoi quadri, ha un modo di inquadrature inaudito! Nella sua “inquadratura” c’è sempre un personaggio che sta per uscire; un piede, una gamba, un lembo di gonna, qualcuno entra nel quadro, appena un po’. Mi è stato detto che tagliava personalmente i suoi quadri. Li dipingeva e poi li tagliava.  E per l’appunto, quello che non bisogna assolutamente imparare e che non bisogna fare è dirsi; “Si ha un bel quadro quando tutto è in ordine al suo posto, tutto è riempito, gli spazi sono perfetti, a destra, a sinistra, in mezzo e sotto c’è sol quello che serve”. Bisogna al contrario comprendere che il quadro non è altro che una parte di quello che non è nel quadro, il fuori quadro, quello che c’è subito prima, non soltanto nella durata, ma anche nell’immagine. Bisogna dare allo spettatore la possibilità di immaginare quello che non vede.”

Ed è proprio la ricerca del “fuori quadro” e dell’altrove, a cui la grande regista francese ci rimanda, che ha guidato, come un’invisibile fil rouge, gli scritti degli Autori di questo volume. Ci auguriamo che questa “insolita” scelta di campo incontri il favore di psichiatri, psicoanalisti, psicologi, psicoterapeuti, nutrizionisti e dietisti e di chi s’imbatte nel tentacolare universo anoressico.

 Napoli, 27.9.2015                                                                                     Ignazio Senatore

 

 

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