Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi – Italia – 2012 – Durata 94’

10 Gennaio 2025 | Di Ignazio Senatore

Ostia. Nader (Nader Sarhan), sedicenne egiziano, e Stefano (Stefano Rabatti), amici inseparabili, frequentano la stessa scuola.

I genitori, nel rispetto dell’Islam, gli impongono di frequentare una musulmana ma Nadar Nader è fidanzato con Brigitte (Brigitte Apruzzesi), una ragazzina italiana e prova, inutilmente, a convincerli e, a muso duro, li accusa di essere anacronistici e di non comprendere che devono ormai abbracciare gli usi e costumi occidentali.

Dopo essere rientrato tardi a casa per l’ennesima volta, la madre (Fatima Mouhaseb) lo caccia di casa.

Lui non batte ciglio e in compagnia di Mahmoud (Salah Ramadan), un connazionale, dorme in strada o sulla spiaggia. Irruento e istintivo, senza pensarci due volte accoltella un giovane rumeno che aveva fatto gli occhi dolci a Zoran (Marian Valenti Adrian), l’ex di Stefano.

Braccato da un paio di rumeni che vogliono vendicarsi per il suo gesto, acquista una pistola dai ricettatori locali ma poi, coraggiosamente, va da loro per cercare di risolvere pacificamente il contenzioso.

Sarà solo grazie ad un compagno di classe rumeno che riesce a fuggire e a evitare il peggio.

Il suo rapporto con Brigitte va in crisi e quando Stefano gli confesserà di aver baciato sua sorella Laura (Yamina Kacemi), Nader, dopo avergli intimato di starle alla larga…

Nel raccontare la settimana di un egiziano sedicenne che vive alla giornata e, con la complicità di Stefano, senza sprezzo del pericolo, nelle prime battute del film rapina un negoziante e successivamente ruba i soldi ad una prostituta, Giovannesi (Fiore, La paranza dei bambini….) , macchina a mano e montaggio rapido, lascia che i giovani protagonisti della vicenda dialoghino in romanesco e usino un linguaggio diretto e senza fronzoli.

Alla ricerca della propria identità, Nader si ribella ai valori della propria famiglia e dichiara a tutti di non sentirsi arabo ma italiano ma a scuola protesta per il crocefisso affisso alla parete e per la scelta di non dare spazio alle altre religioni e poi, in barba ai divieti imposti dall’Islam, beve tranquillamente alcolici.

Spavaldo e deciso, al di là delle dichiarazioni di facciata, quando Stefano ronzerà intorno a sua sorella Laura, sarà risucchiato dagli antichi condizionamenti culturali e finirà per chiedere al padre di chiuderla in casa e non farla più uscire.

Il film non ha momenti di stasi e la vicenda si gode tutta d’un fiato, grazie anche alla fresca e genuina interpretazione di Sarhan.

Il titolo del film, ispirato una poesia di Pasolini, tratto dalla raccolta Profezia, fa anche riferimento alle lenti a contatto azzurre che Nader usa quotidianamente per mostrare agli altri di essere un “italiano” e non un arabo.

Fotografia di Daniele Ciprì. Fabrizio Mosca candidato ai David come miglior produttore. Candidato ai Nastri d’argento come miglior regia e montaggio.

 

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