Antonio Mero (Sergio Castellitto), ex pugile dilettante, dopo essere stato abbandonato della moglie Denise (Pia Lanciotti), vive nutrendosi del sogno che Lorenzo (Gabriele Campanelli), il figlio adolescente, diventi un giorno, un grande boxeur. Allenatore severo, esigente ed autoritario, si danna l’anima per insegnargli i trucchi del mestiere e, convinto che arriverà alle Olimpiadi, lo allena ogni giorno, da sette anni. Il ragazzo ha stoffa ed Antonio, con la morte nel cuore, per permettere che cresca da un punto di vista tecnico, si mette da parte e lo affida a Rinaldino (Nello Mascia), esperto coach di boxe. Lorenzo continua ad allenarsi con impegno, vince qualche incontro e quando Antonio scopre che fa il filo ad Ana (Laura Ilie), una simpatica ed estroversa ragazza romena, per evitare che lei possa deconcentrarlo e distrarlo, la fronteggia e le chiede di star lontano dal figlio. Lorenzo non gli perdona quest’intrusione nella sua vita privata, lo accusa di essere insensibile ed egoista e, dopo aver litigato ferocemente con lui, si allontana sotto una pioggia battente in sella al motorino che sbanda ed esce fuori strada. Lorenzo è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni e sono vani gli sforzi dei medici per salvarlo. Spezzato dentro, Antonio autorizza l’espianto del cuore e, qualche mese dopo, si mette sulle tracce di Ivan/Sonia (Anita Kravos), un trans che vive ai confini con la Slovenia e che ha in petto il cuore del figlio…
Dopo L’aria salata, abbagliante film d’esordio, Angelini ripropone un’altra storia toccante, commovente e dolorosamente tragica, che ruota intorno all’intenso, ma ambivalente e conflittuale rapporto tra padre e figlio. Antonio, operaio di un cantiere nautico a Fiumicino, solo e senza amici, si batte come un leone, perché il figlio “alzi la testa” ed affronti, a muso duro, la vita come il ring e riscatti, così, in qualche modo, la sua travagliata esistenza. Lorenzo, per non deluderlo, suda, s’allena fino allo spasimo, stringe i denti, ma poi scoppia e si ribella quando sente su di sé la schiacciante presenza del padre. Macchina a spalla, Angelini compone una prima parte intensa, lirica e commovente, ma poi non tiene adeguatamente a freno la vicenda che, dopo la morte di Lorenzo si disunisce, fino a divenire confusa e sfuocata. Un immenso Castellitto si muove sulla scena come un animale in gabbia, sorretto dal giovane Campanelli, autentica sorpresa. Le scene degli incontri di boxe sono centellinate, ma restano nel cuore gli allenamenti tra Mero e Lorenzo.
Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.
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