Amatemi di Renato De Maria – Italia – 2005

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Amatemi di Renato De Maria – Italia – 2005
Recensioni Film di Ignazio Senatore
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“Effetto notte” (1973) il più bel “film nel film”, mai realizzato sullo schermo, svelava i trucchi, i retroscena e le tensioni che si venivano a creare nel corso della lavorazione di una pellicola. In una scena memorabile, Francois Truffaut dimostrava come fosse difficile e snervante il compito del regista che, sul set, doveva rispondere alle mille domande che gli venivano poste, di volta in volta, dal tecnico delle luci, dal fonico, dal fotografo, dal produttore, dagli attori… Durante la lavorazione del film, al regista, possano, quindi, sfuggire delle cose. Qualcosa del genere deve essere accaduto a Renato De Maria, che, tra un ciak e l’altro del suo ultimo film, “Amatemi”, avrà perso per strada lo “script”. “Amatemi” è, infatti, così povero di storia e di sviluppo narrativo che lo si può riassumere in due righe. Nina (Isabella Ferrari) una giovane e bella donna, “voce” di un grande magazzino (ha il compito di “consigliare” gli acquisti del pubblico) viene piantata, dopo quindi quindici anni di matrimonio dal marito. Lei soffre, si dispera, sta per sprofondare in un vortice depressivo, quando un giorno, quasi d’incanto, butta via la fede, gli abiti e gli oggetti che appartenevano al marito, va a fare shopping, si compre un paio di vestiti sexy e si lancia alla ricerca di nuovi amori.

Renato De Maria, dopo i convincenti “Hotel paura” e “Paz!” sbaglia completamente film, forse perché abbagliato dalla spigolosa e solare bellezza della protagonista, sua musa ispiratrice e compagna nella vita. La cosa più bella del film? La citazione a “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini. La frase da ricordare è quella che Valerio Mastandrea rivolge ad Isabella Ferrari:  “Sai da che cosa si vede se una donna è bella? Attraversa la strada senza guardare, tanto sa che tutti si fermano per farla passare.” Verificare per credere.

Recensione pubblicata su L’Articolo- Redazione napoletana del “L’Unità” – 08-06-2005

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