Ciak, si gira alla Reggia di Caserta

Senatore giornalista

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Quanti sono i film italiani girati nella sontuosa Reggia di Caserta? Generalmente gli sfarzosi saloni vanvitelliani sono stati utilizzati come cornice per i film storici, ma non mancano le commedie, i film drammatici e d’autore.

Il primo regista che la scelse fu Mario Mattioli che nel 1942 diresse I tre aquilotti, film in bianco e nero, dalla trama leggerina. Tre inseparabili compagni, allievi dell’Accademia Aeronautica di Caserta, sognano di acquisire il prestigioso brevetto di pilota. Tra amori, colpi di scena e la guerra ormai alle porte, il classico lieto fine chiuderà la vicenda.

E’, invece, del 1950 Donne e briganti di Mario Soldati, un film che ruota intorno alla figura del famoso brigante “Fra Diavolo”, interpretato da Amedeo Nazzari. Al suo fianco Paolo Stoppa, Enrico Viarisio nei panni del Cardinale Ruffo, Giuseppe Porelli, in quelli del Re Ferdinando Di Borbone e .

Altro film storico è Ferdinando I re di Napoli di Gianni Franciolini (1959) sulla figura di Ferdinando I, interpretato da Peppino De Filippo, sovrano che, per concedersi delle avventure amorose, si traveste e di notte gira tra bettole a caccia di belle fanciulle. Ma un misterioso menestrello (Eduardo De Filippo) compone una canzone che lo irride e il sovrano sguinzaglia (invano?) i soldati per arrestarlo. Nel cast Titina De Filippo, Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi, Marcello Mastroianni, Nino Taranto, Pietro De Vico e Giacomo Furia.

Dobbiamo attendere il 1980 per segnalare un altro film girato nella magnifica Reggia: Il Pap’occhio,  commedia strampalata, con un trama non-sense, diretta da Renzo Arbore con Roberto Benigni, Mario Marenco, Isabella Rossellini, Andy Luotto e Luciano De Crescenzo.

Appartiene al filone commedia anche Sing Sing di Sergio Corbucci, girato nel 1983, anch’esso dal plot esile come carta velina, interpretato dal duo Enrico Montesano – Adriano Celentano, affiancato da Marina Suma, Paolo Panelli e dalla magnifica Vanessa Redgrave.

Di tutt’altro spessore Il sole anche di notte , tratto da un romanzo Lev Tolstoj, diretto dai fratelli Taviani (1989). Il nobile Sergio Giuramondo (Julian Sands), dopo una turbolenta storia d’amore con la giovane duchessa Cristina Del Carpio (Nastassja Kinski), si ritira in piccolo convento, isolandosi dai clamori del mondo e rifiutando i piaceri della carne. Per la sua scelta estrema, si sparge la voce che sia un santo e…

Due le pellicole dirette da Lina Wertmuller; Io speriamo che me la cavo (1992), tratto dall’omonimo romanzo di Marcello D’Orta, commedia fin troppo pittoresca, che ruota intorno al maestro Marco Tullio Sperelli, interpretato da Paolo Villaggio, sorretto dai bravissimi Isa Danieli, Sergio Solli e Adriano Pantaleo. Decisamente più riuscito il successivo Ferdinando e Carolina (1998) sul re Ferdinando I di Borbone (Sergio Assisi) che, ormai anziano, ripercorre con la memoria le trascorse avventure galanti.

Gli ultimi film ambientati nella monumentale Reggia sono firmati da due registi napoletani;  Pasquale Squitieri e Antonietta De Lillo. Il primo girò nel 1999 il discusso e provocatorio Li chiamarono… briganti, apertamente schierato dalla parte di chi, dopo la proclamazione dell’unità d’Italia, si ribellò alle inique leggi imposte ai contadini del Sud. Il film racconta, infatti, le gesta del “brigante”Carmine Crocco (Enrico Lo Verso). Nel cast Claudia Cardinale, Carlo Croccolo, Franco Javarone, Franco Nero e Lina Sastri, come voce narrante. Antonietta De Lillo con Il resto di niente (2004), tratto dal romanzo omonimo di Enzo Striano, narra, invece, la figura della nobildonna portoghese Eleonora Pimentel Fonseca (Maria de Medeiros), eroina della rivoluzione partenopea del 1799. Per chi voglia approfondire questo tema, suggerisco il mio volume “Loro di Caserta”, di imminente pubblicazione da Spring Editore

Articolo pubblicato su Sabato non solo sport – 27-11-2020