Lolita (Marilou Berry), adolescente grassa ed infelice vorrebbe un po’ d’attenzione da parte del padre Etienne Cassard (Jean Pierre Bacrì), saccente ed egoista scrittore di successo.
Tutti la evitano, ma quando scoprono che è la figlia del genio letterario, mutano di colpo atteggiamento. Sylvia (Agnes Jaoui), la sua maestra del coro, non fa eccezione a questa regola e spera che lei presenti al padre il compagno Pierre (Laurent Grévill), anonimo scrittore che fa fatica ad emergere.
Dopo essere stato mollato da Karine (Virginie Desarnauts), la seconda e giovane moglie, Etienne va in crisi ed ha il classico blocco dello scrittore. Pierre, invece, dopo aver pubblicato un romanzo che lo lancia nel firmamento degli scrittori famosi, si monta la testa, da il benservito all’agente letteraria e tronca con l’amico scrittore con il quale aveva mosso i primi passi.
E’ il giorno dell’esibizione del coro e Lolita è in ansia perché teme il velenoso e spietato giudizio del padre, ma…
Dopo il sorprendente Il gusto degli altri, la coppia Agnes Jaoui e Jean Pierre Bacrì, marito e moglie nella vita reale, confeziona questa satira imperniata sulla notorietà dei padri che pesa come un macigno sulle spalle dei figli e su quegli adolescenti, trasparenti agli occhi dei genitori, che accettano passivamente il loro infelice destino.
Lolita assorbe tutto come una spugna, ingoia un rospo dopo l’altro (il padre non assiste nemmeno alla sua prova canora), ma si rifugerà, sul finale del film, tra le braccia di un giovane scrittore che sceglie di proseguire per la propria strada senza chiedere aiuto al famoso letterato.
L’ambientazione di stampo alto-borghese fotografa in pieno il mondo degli scrittori. descritti come degli intellettuali nevrotici e insoddisfatti con la puzza sotto il naso e disposti a tutto pur di agguantare il successo.
A fare da contro-altare a questi personaggi un po’ vuoti, ipocriti e dispersi, un tassista e un barista (insolenti e maleducati) che mandano (giustamente?) i protagonisti a quale paese.
I dialoghi sono deliziosi ed impreziositi da battute frizzanti e intelligenti, ma non mancano i momenti di stasi e Jaoui (ex corista) appesantisce la colonna sonora con brani di Mozart, Hendel e con le (infinite) prove del coro.
Nel complesso il film è gustosissimo, arricchito dal solito, elegante e impeccabile tocco francese. Miglior sceneggiatura (Agnès Jaoui, Jean-Pierre Bacri) 57° Festival di Cannes.
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