Drugstore cowboy di Gus Van Sant – USA – 1989 – Durata 99’

13 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore

Grazie a dei rocamboleschi furti nelle farmacia. Bob Hughes (Matt Dillon) sua moglie Dianne (Kelly Linch)  Rick (James LeGros) e Nadine (Heather Graham) riescono a procurarsi le sostanze stupefacenti di cui hanno bisogno quotidianamente. La polizia li tiene d’occhio ma non riesce mai a beccarli con le mani nel sacco. Dopo l’ennesimo rifornimento, Nadine muore di overdose; Bob accusa il colpo e decide di cambiare vita e di disintossicarsi con il metadone. Dianne non condivide la sua scelta e lo pianta in asso. Lui se ne fa una ragione e, dopo aver rigato dritto per un po’, inizia a lavorare come manovale in una piccola fabbrica. Ma il destino sta tessendo la sua rete e Bob ne resterà impigliato.

Gus Van Sant, cantore dei perdenti e dei disperati,  mette in scena degli adolescenti marginali e delinquenziali tipici degli Anni Settanta e confeziona una pellicola con una struttura circolare che si apre e si chiude con la stessa scena. Nella prima parte del film il regista inanella, stancamente, degli spericolati saccheggi in farmacia a cui fanno seguito i seriali rituali del quartetto che si sparano in vena tutto quello che hanno trafugato. Novelli cow-boy, invece delle diligenze, assalgono farmacie e Bob, spavaldo dirà ad un suo amico. “Andavamo direttamente alla fonte”. La morte di Nadine cambia il corso del film ma non convince l’improvvisa conversione di Bob che da angelo del Male si trasforma in un docile agnellino. Il film procede senza grandi scosse e si apre con la voce fuori campo di Matt Dillon che, in un’autoambulanza, mentre è in fin di vita, si racconta: “In fondo sapevo che non avremmo mai potuto vincere. Il nostro era un gioco in perdita, non potevano vincere anche  nella migliore delle ipotesi.” Il regista prova a produrre gli effetti psichedelici degli allucinogeni con alcuni inserti molto suggestivi da un punto di vista visivo e mostra Bob che visualizza animali, cappelli ed una serie di oggetti minuscoli che si levano in volo e solcano le nuvole in cielo. Non manca un pizzico di sfrontata provocazione con la presenza di Tom, un anziano sacerdote tossicomane, interpretato dal grande scrittore W. S. Burroughs ed una piccolissima sequenza che mostra una seduta di terapia di gruppo. Da antologia la scena iniziale; Bob finge di essere colto da una crisi epilettica e permette ai complici di rubare le sostanze stupefacenti nella farmacia. Tratto dal romanzo autobiografico di James Fogle.

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