E’ più facile che un cammello di Valeria Bruni Tedeschi – Francia – 2003

15 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
E’ più facile che un cammello di Valeria Bruni Tedeschi – Francia – 2003
Recensioni Film di Ignazio Senatore
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Dispersa, insicura, disunita; questi i tratti distintivi dei personaggi interpretati da  . Nel film “E’ più facile che un cammello….” , al suo esordio come regista, l’attrice torinese veste i panni di Federica, una giovane scrittrice che di giorno vaga senza meta per Parigi e di notte è in preda ad attacchi di panico. “Schifosamente ricca, Federica si tormenta per questa sua “sfortunata” condizione. E se Federica con i suoi perenni spaesamenti suscita nello spettatore qualche moto d’adesione, i suoi familiari sono delle persone fatue e prive d’emozioni. La madre (Marysa Bovini che interpreta se stessa) è una signora algida e piena di sé; il papà (Roberto Herlitzka) il classico “padrone” freddo e distaccato; la sorella (Chiara Mastroianni) una donna isterica e fumosa ed il  fratello, un ragazzo sbiadito, sfuocato e senza spina dorsale. Completa questa incerta galleria di personaggi, Pierre (Jean Hugues Anglade) il fidanzato di Federica, figlio di una cameriera e di un operaio della Renault, morto d’infarto dopo aver lavorato dieci ore al giorno per trent’anni. 

Al di là di delle crepe narrative, il film appare morbosamente noioso, fin troppo autoriale e privo di slanci immaginativi. Quei pochi artifici stilistici proposti (la realtà frammista a sogni, delle piccole inserzioni di cinema d’animazione a colori ed in bianco e nero, dei vecchi spezzoni di Carosello ed una ricercata colonna sonora) non bastano a salvarlo dalla mediocrità. Un po’ poco per un film che é stato già osannato dalla critica e dal pubblico francese e premiato per la “miglior regista esordiente” al Tribeca Film Festival, la manifestazione cinematografica creata da Robert De Niro. Eppure Valeria Bruni Tedeschi ti incanta ogni qual volta compare sullo schermo e ti seduce con i suoi sorrisi, le sue incertezze ed i suoi balbettii emotivi. Pollice verso ma non possiamo negarle un’altra possibilità. 

Recensione pubblicata su L’Articolo” Redazione napoletana de “L’Unità” – 18.7.2004

 

 

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