Ignazio Senatore intervista Edoardo Winspeare

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
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Ignazio Senatore Intervista...
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Ci aveva incantati con il poetico e struggente “Miracolo” . Dopo cinque anni Edoardo Winspeare ritorna dietro la macchina da presa con Galantuomini. La vicenda narra di tre amici inseparabili, i piccoli Fabio, Ignazio e Lucia che giocano felici e spensierati in una cittadina del Salento. Passano gli anni; Fabio muore di overdose ed Ignazio, un magistrato, appena rientrato a Lecce, ha il compito di smascherare chi gestisce il losco traffico di stupefacenti in città. Lucia, madre di un bambino nato dalla relazione con un malavitoso locale, è diventata, intanto, il braccio destro di Zà, un boss senza scrupoli. I destini di Fabio e di Lucia finiranno, inevitabilmente, per incrociarsi.

“Volevo raccontare, con un film popolare e generoso, l’arroganza della nostra mala. La Sacra Corona Unita è nata nell’83 da una costola della ndrangheta calabrese. Ricordo bene quegli anni, la nostra era una terra felice, c’era la delinquenza ma non era organizzata.”

Winspeare lambisce il melò con la storia d’amore impossibile tra Ignazio e Lucia, s’immerge nel noir, lasciando che il destino diventi il vero protagonista della pellicola e spruzza la narrazione con scene di crudo realismo. Il film è giocato tutto sul contrasto tra Lucia, interpretata da una straordinaria Donatella Finocchiaro ed Ignazio (Fabrizio Gifuni) e sullo scontro tra istintività e razionalità, tra il peccato e l’innocenza, tra le leggi scritte e quelle del cuore. Lucia ama il proprio figlio, tiene in pugno i suoi affiliati e negozia a muso duro, affari ed alleanze, con dei temibili avversari; all’opposto, Ignazio è elegante, trattenuto e composto, è un “galantuomo” dell’alta borghesia, e seppur, sin da bambino, sia segretamente innamorato di Lucia, implode al proprio interno, tenendo al guinzaglio le proprie emozioni.

“Verso i miei personaggi provo sempre della pietas. Io mi metto nei panni di Ignazio e sto dalla sua parte ma mi affascina il male e mi interessava esplorare il lato oscuro di una donna come Lucia che è la più forte di tutti e diviene la luogotenente di un boss. Nel film non c’è l’idealizzazione della mafia ed i malavitosi che compaiono sullo schermo sono tutti dei cialtroni, degli idioti, degli arroganti.. Ho conosciuto in carcere delle donne come Lucia e da quell’esperienza ne trarrò un documentario.”

Dopo un inizio leggermente in sordina, il film sta recuperando al botteghino anche per la presenza nel cast di attori del calibro di Giulio Colangeli e Beppe Fiorello.

“Difficile che un film italiano incassi. Gli italiani sono un popolo vecchio che preferisce stare davanti al televisore o se va al cinema lo fa per vedere commedie o film americani. La verità è che tra il finire degli anni 70 e negli Anni 80 noi italiani abbiamo fatto brutti film e con questo cinema disastroso abbiamo disamorato il nostro pubblico. Quest’anno c’è stata un’inversione di tendenza ma città come Firenze e Bologna non hanno più sale cinematografiche nel centro storico ed il cinema d’autore nelle multisale è fagocitato.”

Articolo pubblicato su “Epolis”- 13-12-2008

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