Enrico Caruso, leggenda di una voce di Giacomo Gentilomo – Italia – 1951 – Durata: 112′ – BN

31 Dicembre 2022 | Di Ignazio Senatore
Enrico Caruso, leggenda di una voce di Giacomo Gentilomo – Italia –  1951 –  Durata: 112′  – BN
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Napoli. Il piccolo Enrico Caruso vive in una famiglia povera; il padre vorrebbe che, con qualche lavoretto, portasse qualche spicciolo a casa, ma la madre (Maria De Tasnady), credendo nelle sue doti canore, lo spinge a non abbandonare la passione per il canto. Dopo aver preso alcune lezioni di canto dalla rigida ed inflessibile signora Tivaldi (Elena Sangro), Enrico, grazie a Proboscide (Ciro Scafa), un impresario in bolletta, conosce il maestro Vergine (Lamberto Picasso), che gli insegna a modulare la voce. Morta la madre, Enrico (Ermanno Randi) continua a fare gli occhi dolci a Stella (Gina Lollobrigida), ma il padre di lei ha già deciso che la figlia debba sposare un nobile siciliano che vive a Trapani. Stella obbedisce in silenzio e lo sposa e ad Enrico non resta che tuffarsi nel lavoro. Dopo aver fatto un provino alla presenza del grande compositore Ruggero Leoncavallo, Enrico, con la sua voce potente e squillante, fa colpo su Collaro (Gino Saltamerenda), un impresario che lo scrittura. Ma nella stessa scuderia c’è il tenore Giorgi al quale spettano i ruoli principali sia perché é il più anziano e perché sua moglie è l’amante di Collaro. La compagnia fa tappa a Trapani; Enrico chiede inutilmente a Collaro di affidargli il ruolo di primo tenore e al suo rifiuto, per la rabbia e la delusione, va in una cantina e si ubriaca. Ma Giorgi ha perso la voce ed Enrico è chiamato di corsa a sostituirlo….

Come Il grande Caruso (prodotto l’anno precedente negli USA e diretto nel 1950 da Richard Thorpe), anche questa pellicola ruota intorno al famoso tenore napoletano. Gentilomo, già autore de O sole mio, (per la voce di Tito Gobbi), s’ispira al romanzo “Leggenda napoletana” di Frank Thies e, nella prima parte del film, fedele ai canoni del melodramma, punta sulla malattia della madre di Caruso, mostrandola sofferente e perennemente a letto. Successivamente sposta la vicenda sul giovane tenore, lasciando molto spazio alle sue formidabili esibizioni canore. La tessitura narrativa latita, il personaggio di Caruso non ha il minimo spessore, ma a rendere più dinamica la vicenda, ci provano Giovanni, vecchio amico di Enrico e qualche altra simpatica macchietta. Nei panni di Caruso, Randi è però statico e (quasi) amimico (la sua voce è quella di Mario Del Monaco mentre quella di Caruso da bambino è di Maurizio Di Nardo) e Gina Lollobrigida (doppiata da Dhia Cristiani) è castigata in un ruolo privo di spessore.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e musica” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

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