Eugenio Bennato: “dopo i briganti, canto i migranti”

23 Febbraio 2020 | Di Ignazio Senatore
Eugenio Bennato: “dopo i briganti, canto i migranti”
Senatore giornalista
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E’ da qualche giorno in Rete il videoclip di “W chi non conta niente”, brano composto da Eugenio Bennato, noto cantautore partenopeo, storico fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare e dei Musicanova.

Da dove nasce l’urgenza di questo videoclip?

“Potrei dire che è forse naturale per uno come me che, dopo i briganti, oggi canti i migranti. Il titolo del brano risponde alla mia esigenza: raccontare quello che desta la mia curiosità.”

Un videoclip, quello del suo ultimo brano, da un punto di vista visivo, abbastanza scolastico, che alterna il suo volto con le immagini dei barconi e dei migranti. Una scelta voluta per non distrarre lo spettatore dall’intensità e dalla bellezza del testo?

“Quando guardo i videoclip trovo che troppo spesso c’è un progetto che tende a creare una trama. Penso che un brano di tre minuti non dovrebbe avere questa necessità. Il mio videoclip potrebbe sembrare didascalico, ma lo è volutamente e ciononostante, secondo me, mette in evidenza tre cose fondamentali; la bellezza, l’ingenuità e la speranza.”

A chi è rivolto questo brano così suggestivo, attraversato da una calda sonorità?

“Il mio è un pubblico attento e numeroso che mi restituisce, in un certo senso, delle indicazioni. Si viene a creare quasi un filo immaginario tra chi canta e chi ascolta. E’ come se, chi viene ai miei concerti, mi spingesse a raccontare quello che mi accade intorno e non di cose campate in aria. Il mio pubblico è per lo più formato da persone non globalizzate e che hanno compiuto delle scelte. Chi viene ad ascoltarmi ha una propria identità, non segue i talent televisivi, nè ascolta quel tipo di musica prefabbricata, manipolata dalle industrie discografiche. Chi mi segue ha delle radici nella musica popolare e ha una propria e radicata appartenenza culturale.”

Diserta, quindi, la musica che passa in televisione e i festival come Sanremo?

“Non ho pregiudizi. A Sanremo ci sono andato nel 1990 assiema Tony Esposito e nel 2008 con il brano “Grande Sud”, su invito di Pippo Baudo. Quest’anno ho apprezzato molto l’esibizione di Tosca con Silvia Perez Cruz che ha iniziato con la scuderia di Taranta Power”, il movimento musicale che ho creato anni fa per promuovere la taranta.”

Una ricerca musicale, la sua, preziosissima, che ha avvicinato diverse generazioni alle radici della musica popolare. Crede che quest’operazione abbia esaurito la sua funzione storica?

“Credo che il futuro della musica sia legato alla capacità di saper leggere il presente. Ho suonato a Bergamo a Capodanno e ho avuto la conferma che la musica non conosce divisioni geografiche.”

A quando il prossimo concerto con suo fratello Eduardo?

“Abbiamo suonato insieme all’Isola del Liri. Andiamo d’accordo, ma non è facile incastrare i nostri impegni.”

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 23.2.2020

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