Ignazio Senatore intervista Fabio Volo

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
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Dopo la nomination all’Oscar 2006 come migliore film straniero con La bestia nel cuore Cristina Comencini ritorna nella sale con Bianco e nero il suo ultimo film che affronta il tema del pregiudizio e dell’integrazione razziale. La vicenda narra di una moglie giovane e brillante (Ambra Angiolini) molto aperta alle diversità che va in crisi dopo il tradimento del marito (Fabio Volo) che s’innamora una bella e sensuale senegalese (Aissa Maiga). L’equilibrio familiare sembra andare in frantumi ma sul finale la pace ritorna tra le mura domestiche. Dopo le convincenti prove precedenti

Fabio Volo è molto soddisfatto della sua prova e, candidamente, confessa:

“Sono stato fortunato perché senza fare la gavetta ho recitato subito come protagonista e sono stato diretto da grandi registi. Non credevo che avrei fatto l’attore perché questa ipotesi non faceva parte del mio percorso professionale ma sono molto contento di questo film. Se questo dovesse essere per me l’ultimo film chiuderei alla grande. Per me i razzisti sono quelli che sono aggrappati al “noi”, un termine che usano in senso restrittivo; noi della via, del quartiere, della città, della regione invece di allungare il concetto di “noi”, fino al di là del pianeta.

Il razzismo è una forma di ignoranza, nel senso etimologico del termine, e sono certo che questo tipo di persone non conosce l’altro. Credo che dobbiamo uscire dall’idea di contrapporre il crocifisso al burka ma generare una nuova cultura che possa comprendere l’uno e l’altro. In Italia credo che le condizioni storiche siano state diverse da quelle della Spagna e dell’Inghilterra, nazioni con un passato coloniale che si sono abituati nel tempo all’idea dell’integrazione razziale. Io prediligo le commedie e non riesco a comprendere come mai, per le persone, se in un film drammatico uno piange sembri profondo e se ridi in una commedia, sembri uno scemo.”

Articolo pubblicato su “Il Napoli – Epolis”- 17-01-2008

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