Fantasma d’amore di Dino Risi – Italia – 1981

Nino Monti (Marcello Mastroianni), affermato commercialista di mezz’età, incrocia in autobus una donna invecchiata, poco curata nell’aspetto, e sprovvista di monete.

Le dona cento lire e la sera stessa, mentre è a cena con la moglie, riceve una telefonata della donna che, dopo averlo nuovamente ringraziato per il gesto cortese, gli rivela di essere Anna Briganti (Romy Schneider), una sua vecchia fiamma.

A cena con gli amici, Nino ha la conferma che Anna, dopo aver sposato il conte Zighi (Wolfang Preiss), era morta tre anni prima.

Per appurare la verità, decide di andar a far visita al conte ma, con sua grande sorpresa, scopre che Anna, non solo è viva e vegeta, ma è ancora più bella ed affascinante di prima.

Nino e Anna decidono di fare una gita sul Ticino; lei cade in acqua e, magicamente, si dilegua. Nino denuncia alla polizia la scomparsa della donna, ma si sente ripetere che era morta da tre anni.

Per suggellare la triste ed infelice parabola del protagonista, l’ultima scena ci regala Nino, seduto su una panchina del manicomio che racconta la propria storia a un paziente cronico. Un attimo dopo, un’infermiera con il volto di Anna, va incontro a Nino sorridendo.

Risi impagina una ghost-story, deliziosamente ovattata, tratta dal romanzo omonimo di Mino Milani, perennemente in bilico tra immaginazione e realtà, sogno e delirio.

Il finale è un po’ troppo caricato, ma Mastroianni riesce a regalare al personaggio di Nino uno sguardo incerto e sospeso e a dar vita al segreto bisogno di un uomo che, per nutrire una vita scialba e monotona, allucina l’unica persona con la quale è stato felice in passato.

Per un approfondimento sui rapporti tra cinema e psiche si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Cinema (italiano) e psichiatria), Zephyro Edizioni.