Inizio Ottocento. Dopo aver abbandonato la cattedra universitaria di Goldstad, il medico Henry Frankenstein (Colin Clive,), conduce in gran segreto, nel suo laboratorio, collocato in un vecchio mulino abbandonato tra le montagne svizzere, degli esperimenti che si basano sui principi galvanici e sull’elettr8obiologia.
Con l’aiuto di Fritz (Dwught Frye), il suo assistente gobbo, ruba parti del corpo da cadaveri appena sepolti in un cimitero e, dopo averli ricuciti, cerca di dar loro vita.
Elisabeth (Mae Clarke), la fidanzata, sempre più preoccupata dal tono delle lettere che le spedisce Frankenstoein, convince il loro amico Victor Moritz (John Boles), e il dottor Waldman (Edward Van Sloan), maestro di Frankenstein a raggiungerlo.
Frankenstein, intanto, ha posto degli elettrodi sulla testa di un cadavere, collocato su un tavolo operatorio e, grazie a una serie di strumenti avveniristici, (valvole, carrucole, provette, alambicchi), ha intenzione di sfruttare i fulmini di una tempesta per scaricare l’elettricità sul morto e rianimarlo.
Elizabeth, Victor e il professor Waldman lo raggiungono e assistono all’esperimento che ha gli effetti sperati; il cadavere, quello di un gigante con delle vistose cicatrici in volto, dà segni di vita. Il cervello che Fritz ha rubato all’università, è però quello di un criminale.
Passano alcuni giorni e “il mostro” (Boris Karloff), che si muove come un automa, ingessato nel suo rigido camicione, uccide Fritz che, agitando una torcia accesa, lo stuzzicava e spaventava.
Per sedare “il mostro”, Frankenstein gli somministra degli anestetici e si rifiuta, come gli suggerisce Waldman, di sopprimerlo. Frankenstein è esausto, crolla psicologicamente e, dopo essersi rinfrancato, dando ascolto al padre, il barone Frankenstein (Frederick Kerr), sposa Elisabeth.
Waldman prova a vivisezionare “il mostro” che, per reazione, lo strangola e, poi, fugge dalla torre.
Dopo aver vagato per il villaggio, incontra Maria (Marilyn Harris), una bambina con la quale, credendo di giocare, la getta la getta nel lago.
Gli abitanti gli danno allora la caccia e Frankenstein lo mette in salvo, riportandolo al mulino. “Il mostro” lancia Frankenstein dalla cima della torre, ma il dottore sopravvive; il mulino viene dato alle fiamme dalla folla inferocita. e “il mostro” scompare nel fuoco.
Capolavoro del cinema horror che, pur ispirandosi al romanzo Frankenstein o il Prometeo moderno di Mary Shelley (1818), in realtà riprende principalmente gli adattamenti teatrali Presumption; or, the Fate of Frankenstein di Richard Brinsley Peake del 1823 e quelli di Peggy Webling (1927).
Il film è entrato a far parte dell’immaginario collettivo per le ardite riprese di Whale, il magnifico trucco di Karloff, ad opera di Jack Pierce, la splendida scenografia di Charles D. Hall e le luci sinistre di Arthur Edeson.
Memorabili alcune scene; su tutte quelle che mostrano il cadavere del “mostro” che, dopo aver ricevuto la scarica elettrica del fulmine, si rianima e muove un braccio.
Magnifiche le ambientazioni cupe, di taglio gotico, e la scena de “il mostro” che s’intenerisce alla vista della piccola Maria.
La figura di Henry Frankenstein è descritta come quella del medico visionario che, roso dalla sete di conoscenza, travalica gli angusti limiti della scienza, fino a sfidare Dio.
Non accettando, infatti, la morte come ineluttabile percorso dell’uomo, grazie al potere dell’elettricità, sfida Dio, in contrasto con i canoni della scienza ufficiale e, in barba all’etica e alla morale corrente.
Di lombrosiana memoria la scena nella quale Waldman, illustra agli allievi la differenza tra il cervello di un individuo sano e uno criminale, in base alle differenti circonvoluzioni.
All’uscita, il film turbò i benpensanti e i bigotti, e costrinse la Universal a far precedere la visione del film da un prologo, recitato da Edward Van Sloan, che rassicurava gli spettatori.
Il film, ha prodotto una serie innumerevoli di remake e pellicole ispirate al celebre “mostro”.
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