Girlfight di Karyn Kusama – USA – 2000 – Durata: 120’

Brooklyn. Come un animale in gabbia la diciottenne Diana (Michelle Rodriguez) s’aggira per la scuola, litigando, alla prima occasione, con le compagne di classe. Decisa a canalizzare la propria rabbia, s’iscrive  nella stessa palestra dove s’allena controvoglia il fratello Tiny (Ray Santiago). A dirigerla è Hector (Jaime Tirelli), ex pugile dal cuore d’oro. Superate le iniziali perplessità, Hector la prende sotto la sua ala protettrice, la obbliga a degli allenamenti durissimi e le insegna i trucchi del mestiere. Nella palestra c’è Adrian (Santiago Douglas), un ragazzo che sogna di diventare professionista e  poter finalmente dire addio al sobborgo dove abita e dare così un calcio al lavoro con il padre. Diana lo adocchia, i due si frequentano e nasce l’amore. Ma il destino è in agguato ed i due, dopo aver vinto diversi incontri, dovranno sfidarsi per il titolo di campione dei dilettanti.

Nelle prime battute del film compare una scritta che campeggia su un muro della palestra di Hector: “Quando non ti alleni, qualcuno si allena a darti un calcio in culo”. Sembra questa in sintesi la filosofia che sottende il film di Karyn Kusama che, declina il tema della boxe, scegliendo come protagonista la coriacea, decisa e indomita Diana, una ragazza con il passato da dimenticare (madre suicida, padre alcolizzato e violento) e che, stanca di subire gli insulti della vita, decide di provare a mutare il proprio destino. Dopo aver lottato con le unghie e con i denti per dichiarare a se stessa ed al mondo intero di esistere, si troverà a sfidare sul ring addirittura un maschio ed a batterlo. La love story tra Diana ed Adrian non è sdolcinata, ma ruvida e realistica. I dialoghi ben calibrati e senza fronzoli fanno da perfetta cornice ad una storia che si gusta tutto d’un fiato. Convincente la giovane Michelle Rodriguez.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.