H2Odio di Alex Infascelli – Italia – 2006 – Durata 88’

29 Settembre 2020 | Di Ignazio Senatore
H2Odio  di Alex Infascelli – Italia – 2006 – Durata 88’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Summer (Claire Falconer) Ana (Anapola Mushkadiz) Christina (Olga Shuvalova) e Nicole (Mandala Tayde) decidono di trascorrere una settimana con la loro amica Olivia (Chiara Conti) per dar vita ad un digiuno purificatore, a base di acqua, e si recano in una casa dove Olivia viveva da bambina con la madre (Carolina Crescentini) in un’isoletta al centro del lago di Bolsena. Le ragazze prendono possesso della casa ma Olivia, chiusa ed introversa, inizia ad isolarsi. Un antico segreto risale a galla nella sua mente e, sempre più sconvolta e smarrita, si estrae dalla spalla un dente che era appartenuto ad Helena, la sorella gemella, defunta quando era ancora insieme a lei nell’utero materno e della cui morte si sente responsabile. Olivia è risucchiata nei suoi deliri, Nicole muore in circostanze misteriose e la vacanza si trasforma in un incubo.

Horror più d’atmosfera che d’intreccio con delle riprese ossessive del bosco che circonda l’isola e qualche insistito e ripetuto richiamo all’acqua che funge da elemento di raccordo dell’intera vicenda. Infascelli possiede delle indubbie doti artistiche ma, pur avvalendosi di un soggetto di Niccolò Ammaniti, impagina una pellicola che non trasmette battiti e si chiude in maniera confusa e frettolosa. La sua ricerca visiva si limita a qualche vorticosa sovraimpressione d’immagini, a delle scritte in inglese che compaiono e scompaiono fugacemente sullo schermo, alla classica musica sinistra in sottofondo e ad una scena splatter (un bacio tra due donne che si conclude con lo strappo di un brandello di labbra) che mozza il fiato per la crudezza.

Nelle prime battute del film Oliva legge alle amiche qualche pagina di un volume che parla del digiuno e che suggerisce, per raggiungere una vera metamorfosi, di non assumere che acqua di sorgente. Le ragazze ciondolano per casa, si scambiano qualche frase banale e di tanto in tanto Oliva apre alle amiche il proprio cuore. Nei titoli di coda una spruzzata di scientificità sulla “sindrome del gemello evanescente”. Da segnalare che la pellicola è il primo lungometraggio italiano che non è passato per le sale cinematografiche ma è stato distribuito direttamente in DVD e venduto nelle edicole. L’inquietante ed intensa locandina è stata realizzata da Ana Bagayan. Effetti (magnifici) di Sergio Stivaletti.

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