Hooligans (Green street) di Lexi Alexander – G.B, USA – 2005 – Durata: 109’– VM: 14

7 Maggio 2022 | Di Ignazio Senatore
Hooligans  (Green street) di Lexi Alexander – G.B, USA – 2005 – Durata: 109’– VM: 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Matt Buckner (Elijah Wood), aspirante giornalista americano, accusato, ingiustamente, di essere uno spacciatore di cocaina, è espulso dalla prestigiosa università di Harvard.

Deciso a raggiungere la sorella Shannon (Claire Forlan) a Londra, conosce Pete Dunham (Charlie Hunnam), fratello di Steve, marito di Shannon, e capo degli hooligans del West Ham United.

Matt, timido, impacciato ed un po’ fifone, subisce il fascino di Pete che, non disdegna, con gli altri componenti del gruppo, di affrontare a viso aperto i tifosi più scalmanati delle squadre avversarie.

Ma il suo ingresso nel gruppo di hooligans, contrari da sempre agli sbirri ed ai giornalisti della carta stampata, scatena inevitabilmente la gelosia di Bovver (Leo Gregory), un componente del gruppo che scopre, per caso, che Matt, figlio di un giornalista, sta segretamente scrivendo un diario dettagliato sugli scontri tra le diverse tifoserie.

Pete prova a difendere Matt che, per ripagargli la fiducia, lo seguirà nello scontro decisivo tra le due opposte tifoserie. Ma la tragedia è dietro l’angolo.

Pellicola che analizza, senza mai banalizzarla, la furia degli hooligans d’Oltre Manica.

Il regista si tiene alla larga da facili e liquidatorie spiegazioni sociologiche o psicologiche sull’argomento ma, come il meno famoso The football factory, lascia trapelare che dietro la spietata e cieca violenza messe in campo dalle diverse tifoserie, si nasconde solo un’enorme insoddisfazione ed un oceanico vuoto interiore.

Gli scontri, gli insulti, i pestaggi sono solo una modalità per scaricare rabbie croniche, ataviche insoddisfazioni e malcelati disagi esistenziali e, per tutto il film i giovani protagonisti non parlano mai di tattica, di classifiche, dei loro idoli, eppure in nome della difesa  dei colori per i colori sociali della loro squadra del cuore, sono disposti ad affrontarsi per strada e picchiarsi, fino a darsene di santa ragione. 

Ma forse quello che colpisce maggiormente del film è la scelta del regista di mostrarci un branco di esagitati, composto non solo da adolescenti sbarbati e foruncolosi ma (e soprattutto) da rocciosi e massicci cinquantenni, padri di famiglia. Alexander filma gli scontri realisticamente e senza l’ausilio di nessun artificio stilistico e, come negli altri film sugli hooligans, chi è in sala sente arrivare in faccia i pugni, i calci e le sberle che si scambiano gli scalmanati tifosi delle opposte fazioni.

Il regista, sapientemente, ci mostra come il germe della violenza si insinui, scena dopo scena nella mente di Matt, jankee dal faccino acqua e sapone, che, dapprima sembra solo uno spettatore passivo ma, successivamente, inizia anche lui ad assaporare, il piacere distruttivo degli scontri. Il finale, tragicamente poetico, è ben costruito e vale da solo il presso del biglietto. Charlie Hunnam, tenero ed intenso, sugli scudi.

 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

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