Il cinema e il potere.

7 Luglio 2021 | Di Ignazio Senatore
Il cinema e il potere.
Senatore giornalista
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Alla domanda posta ai collaboratori di Segnocinema: “Qual’è il film più politico degli ultimi venti anni?”, ecco la mia risposta:

 

Mentre pensavo a I cento passi di Marco Tullio Giordana, ecco salire dai meandri della memoria quanto mi disse Matteo Garrone: “Non è il tema che è politico, ma è il linguaggio che scegli che lo determina.” A rinforzare la sua tesi, l’affermazione di Fabio Carpi: “Per me è politico ogni film che contribuisca, anche minimamente, a mettere in crisi, o in dubbio, la pigra nozione di realtà che domina l’universo borghese” E allora, figlio del Sessantotto (Il personale è politico!), ho scelto Sole cuore amore di Daniele Vicari, film che non sposa i toni duri della denuncia sociale ma mette al centro l’amara vicenda di Eli (Isabella Ragonese), madre di quattro bambini, sposata con Mario, disoccupato, costretta svegliarsi all’alba e, dopo due ore di pullman, arrivare a Roma per lavorare, sottopagata, come cameriera nel bar gestito da uomo che pensa solo ai propri interessi economici. A dispetto del titolo che rimanda all’allegra canzoncina di Valeria Rossi, il finale non può essere che drammatico.

Articolo pubblicato sulla Rivista Segnocinema – Luglio – Settembre  2021 

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