Ivo il tardivo di Alessandro Benvenuti – Italia – 1995 – Durata 107′

16 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Ivo il tardivo di Alessandro Benvenuti – Italia – 1995 – Durata 107′
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Ivo (Alessandro Benvenuti), un giovanottone appassionato di rebus e sciarade, vive in un borgo abbandonato, lontano dai clamori del mondo. Un giorno, in un luogo appartato, s’imbatte in due fidanzati (ormai già in coma) che hanno deciso di suicidarsi con il gas di scarico dell’automobile. In cerca di soccorsi, Ivo si precipita sulla strada principale e blocca un’auto che sta sopraggiungendo. Un po’ per il suo aspetto selvatico, un po’perché , essendo affetto da ritardo mentale, è incapace di scandire bene le sillabe, nel vederlo, Sara (Francesca Neri) una dottoressa che è alla guida di un auto che sta sopraggiungendo, si spaventa e non lo aiuta a prestare soccorso. Due uomini accorsi sul posto, credendo che Ivo avesse molestato la donna, lo picchiano duramente. Tradotto in commissariato, l’uomo é discolpato dalla stessa Sara che chiarisce l’equivoco. Tra Sara ed Ivo nasce subito un’affettuosa amicizia e poiché lei Sara si occupa di volontariato, lo convince ad uscire dal suo patologico isolamento e ad andare a vivere in un gruppo-appartamento messo a disposizione dall’ASL d’appartenenza.  Ivo riesce ad integrarsi perfettamente con gli altri ospiti della casa; Antonino (Antonio Iorio), Carlino (Luca Fagioli), un nano ipercinetico, appassionato delle percussioni; Silvano (Vito), un ex rappresentante di commercio ossessionato dalla pulizia delle proprie scarpe e Aldo (Sandro Lombardi), un inquietante personaggio che ha scelto il silenzio come unica modalità comunicativa. La convivenza nell’appartamento-protetto prosegue senza scosse ed il clima che si respira è caldo ed accogliente. Ivo, che è stato, nel frattempo, assunto come cartellonista pubblicitario, decide, di festeggiare il primo stipendio. Ma nel corso del ricevimento é ingiustamente accusato da Andrea, il fidanzato di Sara, di aver rubato il suo Rolex d’oro. Offeso e deluso, Ivo se ne ritorna nel suo borghetto dove non sarà più solo; gli ospiti del gruppo-appartamento e gli studenti delle scuole della zona, andranno ogni tanto a fargli compagnia.

Film onesto e sincero, velato da una sottile vena di tristezza e di melanconia, racchiude degli squarci d’autentica poesia. A Benvenuti non interessa descrivere un’esperienza terapeutica “alternativa” e la presenza dei “matti” è solo un pretesto narrativo per raccontare una delle sue tante storie di confine. Quello che è importante (e che lo rende unico) è l‘ambientazione. Il regista toscano, infatti, lascia che la vicenda si svolga non più in un manicomio o in una clinica privata ma tra le quattro mura di un appartamento-protetto. Banditi psichiatri e psicoterapeuti di ogni genere, ad assistere il gruppo di pazienti ci sono solo due infermieri attenti e affettuosi. Peccato che il film si lasci contaminare da una certa dose di retorica e di buonismo e che Ivo venga descritto, un po’ troppo semplicisticamente, come un personaggio candido, tenero ed innocente, in opposizione agli adulti, insensibili e vuoti.

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