L’ isola di Arturo di Damiano Damiani – Italia – 1960 – Durata

Senatore giornalista

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Procida, capitale della cultura 2022, è sempre stata associata al romanzo “L’isola di Arturo”di Elsa Morante, scritto nel 1959 che tre anni dopo, quindi, sessant’anni fa, il regista Damiano Damiani lo tradusse sul grande schermo.  

Protagonista è il quindicenne Arturo (Vanni de Maigret), organo di madre,  che vive a Procida in attesa che  Wilhelm (Reginald Kernan) il padre, un anarchico donnaiolo, ritorni da uno dei suoi innumerevoli viaggi. Quando sbarca sull’isola, Wilhelm è  in compagnia di Nunziata (Key Meers), giovanissima moglie diciassettenne. Quando lui riparte per un altro dei suoi misteriosi viaggi, Nunziata, incinta, sola e senza amici, trascorre le giornate in compagnia di Arturo che, ben presto, s’innamora di lei. Nunziata dà alla luce Carmine e Wilhelm, ritorna sull’isola dopo qualche mese in compagnia di Tonino Stella (Luigi Giuliani),  un delinquente dai modi duri e violenti, con il quale ha una tormentata relazione amorosa. Arturo si strugge d’amore per la matrigna ma sente che non può più rimanere nell’isola. Completamente assorbita dal piccolo Carmine, Nunziata prova, in qualche modo, a tenere vicino a sé il marito.

Damiani dirige il classico film di formazione di un adolescente, solo e senza affetti, precocemente adultizzato che ha vissuto la giovinezza mitizzando la figura del padre, un personaggio ambiguo ed egoista, dal cuore di pietra, implicato in loschi e pericolosi affari.  I momenti più teneri del film sono quelli che mostrano Arturto con l’animo in tumulto che, accecato dall’impossibile passione per la matrigna,  tenta il suicidio con dei farmaci e successivamente quando, con l’avvicinarsi del parto di Nunziata, piomba in uno stato di profonda tristezza perché teme che possa morire di parto come  la madre che morì a diciott’anni nel darlo alla luce.

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 22-3-2022