La famiglia Brambilla in vacanza di Carl Boese – Italia – 1942 – Durata: 86’ – B/N

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Nanà Brambilla (Elena Luber) ama Marco Sassoli (Massimo Girotti) un calciatore spiantato che abita nel suo stesso palazzo.

Ma la madre Adalgisa (Amelia Chellini) sogna che lei sposi un “bel partito” e, decisa ad impalmarla con un uomo ricco, distinto e altolocato, convince il marito, il cavaliere Ambrogio (Cesco Baseggio) a far dei debiti e ad andare in vacanza, ad agosto, a Viareggio, località frequentata dal “ bel mondo”.

Il tenore Alfredo Martelli (Giulio Stival), grazie ai buoni uffici di Gastone (Paolo Stoppa), un faccendiere senza il becco di un quattrino, inizia a ronzare intorno a Nanà, ma vuole solo sedurla e, con uno stratagemma, l’invita nella sua camera d’albergo.

Ambrogio e Marco, fiutato il disegno dell’uomo, intervengono in difesa di Nanà.  Adalgisa, compreso il fallimento del suo piano e preso atto delle buone intenzioni di Marco, acconsente al loro fidanzamento. Il film termina con la famiglia Brambilla che si reca allo stadio per veder giocare Marco.

Commedia gradevole e divertente che ironizza su quelle mamma che antepongono alla felicità delle figlie la scalata ad una condizione sociale più elevata.

Il regista punta tutto sulla contrapposizione tra l’arcigna, dispotica Adalgisa e la romantica e sognatrice Nanà ed ironizza sulle trame velenose che tessono le pettegole di ogni palazzo.

Il calcio è totalmente ai margini della narrazione; nelle prime battute del film c’è uno squarcio di partita vinta con un gol di Sassoli e, nel finale, Adalgisa, seduta negli spalti tra Nanà ed il marito, ormai divenuta appassionata al gioco del calcio, incita (timidamente) Sassoli.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.