La nostra vita di Daniele Luchetti – Italia – 2010

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Claudio (Elio Germano), operaio edile che vie valla periferia di Roma, è sposato con Elena (Isabella Ragonese), madre di due bambini ed in dolce attesa. Elena ha le doglie, il parto si presenta difficile e muore nel dare alla luce il piccolo Vasco.

Claudio accusa il colpo e, per caso, mentre è sul cantiere scopre il cadavere di un custode rumeno, precipitato nel vuoto dopo aver alzato troppo il gomito.

Deciso a garantire un futuro migliore ai figli, convinto che solo accumulando ricchezze possa essere risarcito da un dolore che non riesce a spazzar via, va da Porcari (Giorgio Colangeli), il responsabile del cantiere e, dopo averlo messo al corrente della sua scoperta, gli impone, in cambio del suo omertoso silenzio, di affidargli un’intera palazzina.

Porcari, suo malgrado, accetta e Claudio si tuffa anima e corpo nel lavoro ed affida i bambini più grandi alla sorella Loredana (Stefania Montorsi) e Vasco ad Ari (Luca Zingaretti), uno spacciatore inchiodato su una sedia a rotelle, suo dirimpettaio, che convive con Celeste (Awa Ly).

Un giorno si presentano al cantiere Gabriela (Alina Madalina Berzunteneanu) ed Andrei (Marius Ignat), figlio del rumeno morto, per chiedere notizie del custode; Claudio risponde loro in maniera evasiva ma prende a lavorare con sé Andrei che gli dà una mano anche nella gestione dei figli.

I lavori vanno a rilento e Claudio ha dei problemi nel pagare gli operai che, per protesta, abbandonano il cantiere. Per aiutarlo ad andare avanti Ari, Liliana ed il fratello Piero (Raoul Bova) gli consegnano tutti i loro risparmi e nel finale, consolatorio, Claudio riesce a consegnare in tempo la palazzina ed a restituire i soldi avuti in prestito.

Luchetti dirige una pellicola che lascia irrimediabilmente il segno e che mette in campo Claudio, un operaio che prova a riscattarsi da un destino amaro che lo ha privato insieme ai suoi figli dell’affetto e del calore dell’amata Elena.

Da quel giorno Claudio non piange, non urla, e dopo aver soffocato dentro di sé rabbia, dolore e disperazione, deciso a diventare “imprenditore”, cinicamente, occulta il cadavere del rumeno non perché sia un mostro o un essere spregevole ma perché è consapevole che se ne avesse denunciato la morte, il cantiere sarebbe stato chiuso dalla magistratura.

Adeguatosi in fretta alle spietate regole della legge della giungla, “ricatta” Porcari, cela ad Andrei la verità ed accetta, poi, senza troppi scrupoli, la corte di Gabriela.

Luchetti dosa bene la narrazione e lascia che Claudio diventa il simbolo di quei “vinti” che lottano con tutte le proprie forze per cercare di modificare il loro infelice destino. A fargli da contorno l’affettuosa e materna Loredana, il tenero ed impacciato Piero ed il generoso Ari.

Il regista (coadiuvato in sede di sceneggiatura da Stefano Rulli e Sandro Petraglia) non punta al facile sentimentalismo, né strizza i fazzoletti e ci regala pagine di grande commozione come quella che mostra amici e familiari che cantano in chiesa, al funerale di Elena Anima fragile di Vasco Rossi.

Immenso Elio Germano, premiato meritatamente al Festival di Cannes come miglior attore.

Per l’intervista completa a Daniele Luchetti, l’antologia della critica e della critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: “Daniele Luchetti racconta il suo cinema” – 2014 -Falsopiano Editore.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi