In un’imprecisata cittadina francese il signor Le Quesnoy (André Wilms), direttore della società elettrica, vive con la moglie (Hélène Vincent) ed i figli Bernadette (Valérie Lalande), Paul, Pierre ed Emmauelle.
La loro vita scorre come “un lungo fiume tranquillo” fino a quando non ricevono una lettera di Josette (Catherine Jacob), l’infermiera-amante del ginecologo Mavial (Daniel Gélin) che informa loro che dodici anni prima, per vendicarsi del dottore, aveva scambiato due neonati nati la notte di Natale.
Pertanto Bernadette non è la loro figlia ed il loro pargoletto è, invece, Maurice (Benoît Magimel), un bel ragazzino vispo e biondo che vive a casa dei Groiselle, una famiglia volgare e chiassosa di estrazione popolare.
Dopo l’iniziale sconcerto il signore e la signora Le Quesnoy si affrettano a contattare i Groiselle e, dopo aver offerto loro una discreta sommetta, prendono con sé in casa Maurice, fingendo di averlo adottato e nascondendo a Bernadette la verità.
Maurice si integra ben presto nella sua nuova famiglia, ma la verità viene a galla e Bernadette, dopo aver scoperto che la vera madre (Christine Pignet) è una signora grassa e laida e la sorella è Josette (Catherine Hiegel), un’adolescente cicciona e cafona, crolla emotivamente.
E mentre i Groiselle cercano di sfruttare la situazione da un punto di vista economico, i Le Quesnoy vanno in crisi. Un finale schioppettante chiude la vicenda.
Commedia che contrappone in maniera deliziosa due famiglie agli antipodi; i borghesi e raffinati Le Quesnoy e gli impresentabili e variopinti Groiselle.
Il regista (La felicità è dietro l’angolo, Tanguy, Agathe Clery…) regala al furbo e scaltro Maurice una scorza da duro ed una volta scoperto di essere figlio del ricco e rispettato Le Quesnoy, cinicamente, si rivolge alla madre e commenta: “E’ una buona occasione per fare un po’ di grana”.
Chatiliez descrive con piccoli tocchi lo smarrimento dei signori Le Quesnoy che provano, invano, a tenere unita la loro famiglia che, dopo la scottante rivelazione, non sarà più la stessa.
Paul, dopo essersi innamorato di Josette, si ribella al padre, Pierre ed Emmanuelle finiscono per sniffare della colla in garage insieme a degli amici di Maurice, e Bernadette, travolta dalla vergogna per aver scoperto i veri genitori, scappa di casa e ai poliziotti che la fermeranno e le chiederanno con chi abita, risponderà: “Non ho genitori”.
Il regista porta alle estreme conseguenze le caratterizzazioni delle due famiglie e ci mostra il signor Le Quesnoy che suggerisce ai figli di non bere bevande troppo calde perché potrebbero rovinarsi lo smalto dei denti ed all’opposto la signora Groiselle che sputa, urla, strepita ogni qual volta compare in televisione una donna più fortunata di lei.
Un paio di scene sono esilaranti; su tutte i Groiselle che, sperperati in un lampo i soldi che hanno avuto dai Le Quesnoy, vestiti con abiti sgargianti, eccentrici e pacchiani, girano nel quartiere povero dove vivono a bordo di una lussuosa automobile.
Vincitore di quattro premi César; miglior opera prima, sceneggiatura, migliore attrice protagonista (Hélène Vincent) e miglior attrice non protagonista (Catherine Jacob).
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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