La voce nella tempesta (Wuthering heights) di William Wyler – USA – 1939 – Durata 103’- B(N

29 Novembre 2021 | Di Ignazio Senatore
La voce nella tempesta (Wuthering heights) di William Wyler – USA – 1939 – Durata 103’- B(N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Yorhshire. Il signor Earnshaw torna a casa dai suoi due figli Hindley e Cathy e comunica loro di aver adottato un trovatello a cui ha dato il nome di Heathcliff,  Hindley non vede di buon occhio il fratellastro mentre Cathy si lega sentimentalmente a questo ragazzino selvaggio e ribelle. Alla morte del vecchio Earnshaw, Hindley diviene il padrone e ordina a Heathcliff di fargli da stalliere. Passano gli anni e Heathcliff (Laurence Olivier), che ha rapito il cuore di Cathy (Merle Oberon), continua ad essere umiliato e trattato con disprezzo da Hindley (Hugh Williams), un uomo che non disdegna di alzare troppo il gomito. Pur amando il rude e rozzo Heathcliff, Cathy decide di sposare il garbato e affettuoso Edgar Linton (David Niven) che le garantisce amore, un’agiatezza economica e le permette di vivere in una bella casa. Heathcliff parte per l’America e ritorna anni dopo completamente cambiato. Non solo sembra un gentleman, ma ha fatto fortuna, è diventato il padrone delle proprietà di Hindley e, per vendicarsi di lui, lo tiene in casa con sé perché gli faccia da servo. Roso dal rancore e dal sentimento di vendetta, Heathcliff, per punire Cathy sposa Isabella (Geraldine Fitzgerald), la sorella di Linton. Ma Cathy, divorata dall’amore per Heathcliff s’ammala e….

Wyler (Ombre malesi, La signora Miniver, I migliori anni della nostra vita, Vacanze romane, Ben Hur…) traspone sul grande schermo il famoso romanzo Cime tempestose di Emily Brontë (1847) e, pur scivolando più volte nel lacrimoso, impagina un melodramma sentimentale che narra l’amore “impossibile” tra un trovatello e una donna superiore per condizione economica e sociale. Il regista americano, sin dalle prime battute, descrive Heathcliff come un uomo che, pur essendo amato da Cathy, è divorato da un odio e una rabbia cronica nei confronti di Hindley e delle persone che appartengono ad un ceto sociale più elevato del suo. Wyler s’affida ad una sceneggiatura firmata da John Huston, Ben Hecht e  Charles MacArthur e lascia che la vicenda si dipani da un flashback che ci riporta a quarant’anni prima, a quando Earnashaw presenterà il piccolo trovatello ai figli. Il regista americano lascia che la brughiera, il luogo dove Cathy e Heathcliff si rifugiavano quando erano bambini, diventi l’unico spazio dove i due amanti possano trovare un pizzico di serenità. Laurence Olivier carica troppo il personaggio di Heathcliff, rendendolo eccessivamente astioso ed irruente; Oberon, invece, dona un tocco di dolcezza ad una vicenda che non potrà che finire in tragedia. Oscar per la migliore fotografia a  Gregg Toland. Remake di Luis Bunuel (1954) con il titolo Abismos de pasìon e nel 1970 da Robert Fuest  e nel 2011 da Andrea Arnold con quello di Cime tempestose.

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