Lars e una ragazza tutta sua (Lars and the Real Girl) di Craig Gillespie – USA – 2007- Durata 106’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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La madre è morta di parto nel metterlo al mondo e da allora il ventisettenne Lars Lindstrom (Ryan Gosling) ha vissuto da solo in un garage della casa paterna adibito ad appartamento. Timido ed introverso svolge un anonimo lavoro ed ha ridotto al minimo le relazioni sociali. Con scarso successo la dolce Margot (Kelli Garner) prova a fargli gli occhi dolci ed invano suo fratello Gus (Paul Schneider) e sua moglie Karen (Emily Mortimer), in dolce attesa,  cercano di stanarlo dal torpore affettivo e di coinvolgerlo nella loro vita familiare. Un giorno, contento e trionfante, Lars comunica a Gus ed a Karen che ha ricevuto la visita di Bianca, un’amica conosciuta tramite Internet, molto cattolica, che non parla bene l’inglese, orfana di genitori ed inchiodata su una sedia a rotelle. Ma Bianca non è altro che una “real doll”, una bambola gonfiabile a dimensione umana, tutta curve che pesa cinquantasei chili. Gus comprende che il fratello è impazzito e va in crisi; Karen, più comprensiva e premurosa, con un escamotage, suggerisce a Lars di far visitare Bianca dalla dottoressa Dagmar (Patricia Clarkson) un medico generico, specializzata in psicologia che alla vista di Bianca non batte ciglio e poi in disparte consiglia ai familiari di assecondare il delirio di Lars. In un clima sereno ed accudente nella piccola cittadina scatta una gara di solidarietà e tutti trattano Bianca con garbo, come fosse una persona reale, facendola diventare parte attiva del tessuto pulsante dell’intera comunità; il parroco le permette di assistere alle funzioni religiose in chiesa, qualche signora l’accompagna dal parrucchiere, un’altra la fa entrare in un gruppo di volontariato. Ma la situazione precipita; Bianca non vuole sposare Lars e dopo qualche giorno sta male, perde conoscenza ed è trasportata d’urgenza in autoambulanza all’ospedale dove muore. Dopo il funerale Lars chiede, timidamente, a Margot di uscire con lei.

Gillespie dirige una pellicola dai toni mesti ed ovattati, ambientata in un gelido paesino del Wisconsin. Lars è descritto come una persona fragile e vulnerabile vissuta al fianco di un padre depresso e con il fratello maggiore che, alla prima occasione, se ne è andato di casa lasciandolo privo di un supporto affettivo. Dopo aver strutturato dentro di sé la precarietà delle relazioni umane, incapace di tollerare le frustrazioni e gli abbandoni, Lars ha allucinato la figura di Bianca, una ragazza ideale con cui parlare e confidarsi. Per tutto il film Lars s’aggira smarrito e spaesato sullo schermo ed alla materna dottoressa Dagmar confida che non tollera farsi toccare o abbracciare da nessuno perché se ciò dovesse accadere per lui sarebbe intollerabile: “E’ come un ustione, come quando sei in mezzo alla neve, ti congeli e non senti più i piedi. Con Bianca non succede.” Per renderlo ancora più tenero agli occhi dello spettatore il regista gli cuce addosso un personaggio asessuato che instaura con Bianca una casta relazione platonica fatta solo di sguardi e di prolungati silenzi. Gillespie tratteggia con smaccata ironia la figura di Gus che, dopo aver più volte persa la calma, prova, senza successo, a scuotere Lars ed a urlargli in faccia la verità. Molto più tenera ed accogliente la moglie, l’unica in famiglia che non si lascia prendere dal panico e che riesce a non lasciarsi travolgere dal folle incalzare degli eventi. Pur prediligendo i toni leggeri, il regista non trasforma questa favola surreale e melanconica in una commedia insipida e banale e ci offe lo spaccato di una piccola comunità coesa che s’identifica nel dramma di Lars, gli sta accanto, lo sostiene ed evitando battute salaci, inutili critiche o giudizi severi e mostrando addirittura un pizzico d’invidia per chi come lui è riuscito a trovare “la donna ideale sexy e senza parola”.