Le regole del gioco di Curtis Hanson – USA – 2007

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Huck Cheever (Eric Bana) è un ottimo giocatore di poker; ha intuito da vendere, sa scrutare nella mente dell’avversario, ha una fantastica memoria ma alza troppo la posta in gioco e non appena la dea bendata gli volta le spalle, si ritrova senza il becco di un quattrino. Suo padre è L.C. Cheever (Robert Duvalll) un leggendario campione di poker ma tra loro non corre buon sangue.

Huck è al verde, deve racimolare a tutti i costi la quota d’iscrizione per le “World Series of Poker”, il torneo più prestigioso dell’anno e non si fa scrupoli di rubare a Billie (Drew Barrymore) una simpatica ragazza i pochi spiccioli che  ha nella borsetta. La fatidica data del torneo si avvicina e, nel corso di un faccia a faccia con il padre, Huck scopre che il suo vecchio, non era poi così insensibile ed anaffetivo come credeva e che, nonostante le continue liti e divergenze, aveva sempre amato la moglie, dalla quale si era separato anni prima. Huck partecipa al torneo e, dopo aver sbaragliato gli avversari, nelle ultimissime battute incrocia il padre. Messi da parte odio e rancore, si lascia battere da lui, regalandogli l’ingresso in finale.

Con delle lunghissime sequenze il regista  mostra come gli incalliti giocatori di poker, scandiscano ossessivamente la giornata a colpi di puntate e descrive con arguzia le loro fragilità e manie scaramantiche.

Hanson gioca tutto sul contrasto tra Huck, giocatore di poker aggressivo, spericolato e senza scrupoli, prudente, all’opposto, nella vita ed incapace di tuffarsi nelle storie sentimentali che, sin dalle prime scene, si muove come un animale in gabbia, corroso dall’atavico contrasto con il padre, un uomo dal carattere ispido e ruvido con cui è difficile confrontarsi. La vicenda non appassiona e si trascina lentamente fino allo scontato epilogo finale ma non mancano le battute salaci sui giocatori di poker. Huck entra nel casino ed il barista gli indica un giocatore:

Un bel pollo grasso della Florida; è già sotto di duecentocinquantamila”. A corto di quattrini, Huck non può che replicare: “Solo pesci piccoli, oggi. Devo nuotare dove si tocca:”

Successivamente un tipo che frequenta i casino si avvicina ad Huck, reduce dall’ennesima batosta e gli dice:

“Sai qual’è il tuo problema? Tu. Sei un buon giocatore, leggi i punti del tuo avversario meglio di qualunque altro, il guaio è che sei aggressivo. Ti rovinerai rischiando il tutto per tutto. Se vuoi commiserazione la trovi fra coglione e cretinata sul dizionario. O lasci l’aggressività a casa o non sarai mai all’altezza. Voglio che giochi con i miei soldi, sarai meno coinvolto se non sono soldi tuoi e dividiamo sessanta a te e quaranta a me.”

Dopo averlo fissato attentamente per un attimo, Huck gli risponde: “Quanto pesi? Settanta chili? E come pensi che potrei giocare con una settantina di chili sulle spalle?” La dolce e tenera Billie è solo una figura di sfondo e quando scopre il rancore che c’è tra Huck e suo padre non può fare a meno di commentare: “La mela non cade lontano dall’albero; lo odi e ci giochi a poker”.

 

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