Léon di Luc Besson – Francia- 1994

17 Dicembre 2024 | Di Ignazio Senatore

New York, anni ’90. Léon (Jean Reno) è un sicario e vive da solo in una casa spoglia e disadorna.

Allo stesso piano dello stabile abita uno spacciatore che ha provato a fare il furbo tenendo per sé un grosso quantitativo di cocaina. Stansfield (Gary Oldman), poliziotto corrotto della squadra antidroga, non ama farsi fregare e con i suoi scagnozzi fa irruzione nell’appartamento dello spacciatore e trovata la droga, lo uccide e stermina la sua famiglia.

Unica superstite è la dodicenne Mathilda (Natalie Portman), che era fuori casa per fare la spesa.

Con sangue freddo, lei, dopo aver visto a terra i corpi massacrati dei familiari, per non farsi ammazzare, bussa alla porta di Léon, chiedendogli di aprire e fingere di essere suo padre.

Léon la salva e i due iniziano a vivere insieme. Tony (Danny Aiello), un boss italo-americano, continua a dare ordini a Léon e, approfittando che è analfabeta ed ha un basso quoziente intellettivo, lo sfrutta e con mille scuse tiene per sé i soldi che dovrebbe dargli per le sue prestazioni.

Mathilda vuole vendicare la morte del fratellino e uccidere Stansfield e chiede a Léon di insegnarle come diventare un killer.

Dopo mille dubbi, Léon le fornisce qualche rudimento su come sparare, ma poi comprende che deve mettersi sulle tracce dello spietato e cinico poliziotto…

Besson non delude i suoi fan e ambienta la pellicola a New York, puntando nuovamente su Reno, già presente in Subway e in Nikita.

Senza scadere nel bieco romanticismo, il regista parigino mette in campo Léon, un solitario che beve solo latte e le cui uniche occupazioni sono quelle di tenersi atleticamente in forma, di prendersi cura di una pianta ed obbedire agli ordini del cinico e doppiogiochista Tony, segretamente in combutta con Stansfield.

Mathilda, all’opposto, è descritta come una palpitante dodicenne tutto pepe che, non avendo più nessuno al mondo, si lega all’unica persona che in tutta la sua vita le ha mostrato un pizzico d’affetto.

Con maestria, il regista mescola le scene adrenaliniche nelle quali il silenzioso e introverso Léon, “pulisce” le persone che deve eliminare, a quelle dolcissime nelle quali gioca con la piccola Mathilda, l’unica persona in grado di riscaldargli un po’ il cuore.

La tenerissima amicizia tra Léon e Mathilda è depurata da qualsiasi elemento pruriginoso e, in questo reciproco percorso di formazione, Léon insegnerà a Mathilda a sparare e a non aver paura di affrontare il mondo; lei, invece, a leggere e a scrivere e a diventare adulto. 

Oltre a Reno e Portman, in stato di grazia, notevoli le prove di Danny Aiello e di Oldman, perfetto nei panni di un poliziotto sadico e completamente fuori di testa.

Citazione di Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen e Gene Kelly. Ipnotica la colonna sonora del fedelissimo Eric Serra.

Curiosità: per il ruolo di Léon, Besson aveva contatto in precedenza De Niro, Al Pacino e Mel Gibson poi, non convinto, ha puntato tutto su Reno.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

 

 

 

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