Magdalene (The Magdalene Sisters) di Peter Mullan – Scozia – 2002 – Durata 119’

23 Dicembre 2020 | Di Ignazio Senatore
Magdalene (The Magdalene Sisters) di Peter Mullan – Scozia –  2002 – Durata 119’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Delle adolescenti considerate dei rifiuti della società, sono recluse nel convento delle Magdalene, gestiti dalle Sorelle della Misericordia. Vittime di angherie, soprusi ed umiliazioni, le giovani sono costrette ad espiare i loro presunti peccati lavorando come lavandaie dieci ore al giorno per sette giorni la settimana, senza percepire nessun compenso. Tra le recluse spiccano Rose (Dorothy Duffy), ragazza-madre, a cui il padre le ha strappato il figlio, dandolo in adozione; Margaret (Anne Marie Duff), un’adolescente violentata da un cugino durante una festa di matrimonio; Bernardette (Nora-Jane Noone), giudicata troppo sfrontata e provocante per aver provato a flirtare con un ragazzo. Impossibilitate ad avere dei rapporti con il mondo esterno e tiranneggiate dalla sorella Bridget (Geraldine McEwan), la madre superiore, le recluse sono sottoposte a degli ignobili maltrattamenti fisici e morali. Sul finale Bernadette e Rose scappano e ritrovano la libertà.

Film sulle “peccatrici” che diventano vittime e sulle monache (sante, caritatevoli?) che diventano carnefici. Pesante come un macigno, caustico e corrosivo, basato su quattro storie vere ambientate nell’Irlanda degli anni Sessanta, all’uscita in sala, suscitò la prevedibile condanna del clero e dei bigotti nostrani. Mullan non fa sconti a nessuno e Bernadette, rivolgendosi ad un’altra ragazza, sintetizza l’inferno nelle quali sono costrette a vivere: “Tutti i peccati del mondo non giustificano questo posto e commetterei qualunque peccato per andarmene via di qui”.  Il regista ci mostra le ragazze rapate a zero, frustate a cinghiate, costrette a recitare preghiere dal mattino alla sera  ed a sfilare nude per i morbosi piaceri delle monache. C’è chi non regge a questo clima dispotico ed irreale; Chrispina (Eileen Walsh) ragazza madre fin troppo passiva ed obbediente, dopo aver tentato di impiccarsi, finisce in manicomio dove muore di anoressia. Il film avvinghia e lascia sgomenti gli spettatori e le crudeltà messe in atto dalle suore appaiono così indigeribili da sembrare quasi irreali. La pellicola si chiude con una scritta che compare nei titoli di coda: “Si calcola che almeno 30.00 donne siano state detenute nelle case della Maddalena di tutta l’Irlanda. L’ultima lavanderia ha chiuso nel 1996.” Da segnalare un piccolo cammeo del regista nel ruolo del padre manesco e violento di Una (Mary Murray) una ragazza che aveva provato invano a fuggire da qual lager. Citazione de Le campane di S. Maria di Leo Mc Carey (1945) interpretato da Ingrid Bergman nei panni di una suora ispirata. Ispirato al documentario Sex in a cold climate di Steve Humpries. Leone d’oro alla Mostra di Venezia 2002.

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