“Non si è regista finché non si è diretto un bambino”, diceva il grande Vittorio De Sica. All’esordio Stefano Cipani sembra voler accettare la difficile sfida e ne mette in campo addirittura quattro; due femminucce, Jack, un adolescente timido e un po’ imbranato e Giò, un ragazzino affetto da sindrome di Down, accolto serenamente in casa da due genitori aperti e “democratici”, Alessandro Gassman e Isabella Ragonese. Cipani lascia che lo scivoloso tema della sindrome di Down, già trattato sul grande schermo (L’ottavo giorno, Ti voglio bene Eugenio, Dafne…) sia sullo sfondo e punta tutto su due sottostorie; la tenera love-story tra la “femminista” Arianna e Jack e la scelta di quest’ultimo di celare ai compagni di scuola l’esistenza “dell’imbarazzante” fratellino. La verità verrà a galla? Commedia giovanilista leggerina, tratta dall’omonimo romanzo di Giacomo Mazzariol, che, sotto l’intonaco dei buoni sentimenti, rivela la fragilità di uno script che nel complesso si rivela zuccheroso e inautentico. Particina per l’almodovoriana Rossy De Palma.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020
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