Mysterious skin di Gregg Araki – USA – 2004 – Durata 99’ – V.M 14

27 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
Mysterious skin di Gregg Araki – USA  – 2004 – Durata 99’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Brian (Brady Corbett) un bambino di otto anni, timido, occhialuto ed un po’ paffuto non ricorda cosa sia successo un pomeriggio d’estate. Al risveglio sanguina dal naso e rammenta che era seduto in panchina durante la partita di baseball. Da quel giorno comincia ad aver paura del buio, fa la pipì a letto, è sommerso da incubi notturni ed all’improvviso piomba a terra come un burattino senza fili. Brian non sa darsi risposte e mentre guarda la TV s’imbatte in Avalyn (Mary Lynn Rajskub) una ragazza che afferma di essere stata rapita dagli alieni. Affascinato da questa ipotesi la contatta ed inizia a credere di aver subito la stessa sorte. Dopo aver scavato nel proprio passato, Brian va alla ricerca di Neil (Joseph Gordon Levitt) un ragazzino che vive prostituendosi e che giocava allora nella sua stessa squadra di baseball. Nell lo aiuta a prendere contatto con un’angosciosa verità; quel fatidico pomeriggio entrambi erano stati abusati dal coach della loro squadra.

Senza enfasi ed inutili svolazzi Araki narra il dramma di due ragazzi che reagiscono in maniera completamente differente al trauma subito; per reazione Neil sceglie di sprofondare negli abissi della perdizione;  Brian cancella dalla propria mente la violenza subita e si rifugia in un mondo quasi fiabesco. La pellicola sembra possedere una doppia anima; delicata e sognante ogni qual volta entra in scena Brian; dura e tagliente quando compare Neil.  Anche se il regista lascia fuori campo le scene dell’abuso dei piccoli protagonisti, gli incontri prezzolati di Neil sono filmati in maniera cruda e violenta e fanno da contro-altare al personaggio infantile e quasi sognante di Brian.  La parte più tenera del film è legata all’ingresso in scena di Avalyn, una ragazza disturbata mentalmente che allucina di essere stata vittima di un fantomatico rapimento alieno. A Brian, dopo averle mostrato un segno sulla gamba, confessa: “Mi hanno segnata. Fa parte degli esperimenti. Quando mi hanno preso la gamba mi sanguinava, ma io non ricordo di essermi tagliata o altro. Poi sotto ipnosi ho scoperto dove hanno impiantato un dispositivo di controllo. Sanno tutto quello che faccio. Non mi sorprenderebbe se ci stessero spiando anche adesso.” Sin dalle prime battute si intuisce che il film non ha un lieto fine ma, nel corso della vicenda, i due giovani protagonisti, con coraggio e tenacia, riusciranno a fare i conti con il doloroso passato rimosso. Sullo sfondo il totale scompagimento delle famiglie dei due protagonisti; Helen (Elisabeth Shue) madre di Neil  amoreggia tranquillamente sotto gli occhi del figlio ed il padre di Brian, senza troppi scrupoli, abbandona in un colpo solo, moglie e figli. Dal romanzo omonimo di Scott Heim.

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