“Perchè non posso non dirmi cinefilo?”

27 Novembre 2015 | Di Ignazio Senatore
“Perchè non posso non dirmi cinefilo?”
Senatore giornalista
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Potrei facilmente liquidare la domanda, affermando che, quando vado al cinema, mi emoziono come Antonia, la protagonista di Porci con le ali di Marco Lombardo Radice, Lidia Ravera: “Io sono una di quelle che quando esce da un film di cow boy camminano dal cinema all’autobus con le gambe un po’ storte e le mani altezza pistola, fissando i pali gialli dei semafori per vedere dove ho messo il cavallo.” Potrei confessare che collego ad un film tutto ciò che mi circonda; se vedo uno che imburra una fetta biscottata non posso non pensare a Truffaut, se vedo una mosca cammina sulla mano di una persona penso a Psycho, se un mio paziente mi dice che è un sarto, penso a L’insolito caso di Mr Hir, se è amante della lirica a Fitzcarraldo…. Ma, forse, la verità è che, come canta Ivano Fossati ne I treni a vapore, “io di notte sogno perché so sognare.” Sarà che sono psichiatra, ma il materiale onirico, non è, forse, sovrapponibile ai film? Ed uno come me, che va al cinema ogni notte, come lo si può definire?

Pubblicato su Segno Cinema N. 196 – Nov- Dic 2015

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